Presidio omofobo di Forza Nuova a Milano

La manifestazione dei neofascisti si è svolta sabato 7 febbraio a Milano a favore della Difesa della Famiglia e dell'Infanzia contro la vigente "dittatura omosessualista"

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anello arcobaleno
"Scusi, vuole firmare una petizione per contrastare l'aggressione gender nelle scuole italiane?". Con questa domanda è iniziato il sabato pomeriggio di Milano. E a farla è una giovanissima ragazza dai capelli lunghi e ricci, apparentemente timida, spalleggiata da due suoi coetanei. Non un sabato qualunque, ma sabato 7 febbraio, quando il gruppo di estrema destra Forza Nuova è sceso di nuovo per le strade di Milano. E questa volta ha scelto Piazza Oberdan non per distribuire pane e sale agli Italiani in difficoltà bensì per proporre una petizione contro la "dittatura omosessualista". Nonostante le proteste di alcuni consiglieri comunali, la Questura ha concesso al movimento di organizzare un presidio a tutela della famiglia tradizionale. A qualche settimana, quindi, dal convegno tanto voluto anche da Roberto Maroni in Regione Lombardia, Milano si è vista eretta nuovamente a capitale paladina della famiglia oppressa dalla minaccia omosessuale. Uno sparuto gruppo di giovanissimi, quindi, con dei volantini ha cercato di attirare i passanti, invitandoli a recarsi al banchetto dove altri esponenti del movimento estremista hanno rilasciato del materiale informativo sull'aggressione gender nelle scuole e hanno raccolto firme con lo scopo d'impedire che si parlasse di omosessualità negli istituti scolastici del paese. Sul volantino un numero verde al quale segnalare le "iniziative di propaganda omosessualista nelle scuole dei vostri figli".
Dall'altro lato della piazza, sotto lo striscione dei Sentinelli di Milano "Laici e Antifascisti", si è ritrovato un nutrito gruppo di cittadini milanesi che non ha gradito il presidio di Forza Nuova. A loro sostegno anche alcuni esponenti politici meneghini di Sel e PD, fra questi Maria Rosaria Iardino, consigliera della giunta e protagonista di attacchi verbali proprio da parte di esponenti di Forza Nuova in seguito alla richiesta fatta alla Questura di vietare tale presidio. Presente anche Cecilia Strada. Una dimostrazione, quindi, pacifica non solo contraria alla politica omofoba di Forza Nuova, ma a favore dell'inclusività e a sostegno di tutte le famiglie senza alcuna distinzione.
E' curioso come il giorno dopo a questo presidio, in Slovacchia, paese membro dell'UE e rientrante nella zona euro, si sia svolto un referendum voluto dalle forze cattoliche del paese e sostenuto dallo stesso Papa Bergoglio, contro i matrimoni gay. I cittadini hanno dovuto esprimersi su tre quesiti: parificazione del matrimonio tra 2 uomini a quello tra un uomo e una donna, permesso di adottare e crescere bambini da parte di una coppia dello stesso sesso, divieto di obbligo a far partecipare i bambini delle scuole a lezioni su temi di educazione sessuali e eutanasia. Il risultato del referendum ha pesantemente respinto le richieste dell'ala cattolica. Ed ora nel paese infuria la polemica circa le spese che lo Stato ha dovuto sostenere per indirlo: si parla di circa sei milioni di euro. Gli Slovacchi sono dell'idea che con questi soldi avrebbero potuto fare altro, magari aiutare famiglie in difficoltà. E la domanda sorge spontanea: e se i militanti di Forza Nuova, sabato 7 febbraio, avessero deciso di impiegare diversamente il loro tempo e i soldi spesi per la stampa dei volantini? Magari facendo del volontariato a favore di famiglie in difficoltà? Le firme raccolte sono state sei. Una magra consolazione.

Francesco Torrusio


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