A teatro A teatro: Lehman Trilogy

Avventuriamoci oltre le nostre immaginarie mura di zona, per approdare, e ce n’è forte motivo, al Piccolo Teatro Grassi dove, sino al 15 marzo, è in scena uno spettacolo che merita di essere visto. Potenza della parola e della scena per un’analisi impietosa e illuminante del capitalismo. ()
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Il testo di Stefano Massini è potente. Una ballata che restituisce con folgorante descrizione un’epopea familiare che si snoda in parallelo con la storia degli Stati Uniti d’America e del mondo intero. La famiglia è quella dei tre fratelli Lehman che dalla natia Baviera sono emigrati negli Stati Uniti a partire dal 1844.

«Figlio di un mercante di bestiame/ ebreo circonciso/ con una sola valigia al fianco/ fermo immobile/ come un palo del telegrafo/ sul molo number four del porto di New York».
Così inizia il testo che si dirama poi nelle oltre 300 pagine del prezioso (per il contenuto) volume edito da Einaudi nel 2014.
Da questo testo, Luca Ronconi ha tratto uno spettacolo teatrale che, diviso in due parti (mentre nell’originale le parti sono tre), occupa da qualche giorno il palco magico del Piccolo Teatro di via Rovello.

Da un testo così complesso, lungo e ricco di storia e di storie, lo spettacolo non poteva avere breve durata. Per chi si avventura nell’en plein, la durata si aggira intorno alle cinque ore, oltre a un congruo intervallo.
Cinque ore ben spese. È possibile però vedere lo spettacolo anche in due momenti distinti.
Sulla scena di semplicità geometrica si misura un cast (in teatro si dice distribuzione) come da tempo non è dato vedere nel teatro italiano che si sta sempre più specializzando, per via dei costi, nei monologhi o nei dialoghi.

Massimo De Francovich, Fabrizio Gifuni, Massimo Popolizio, Paolo Pierobon rappresentano e sono quanto di meglio ci si possa aspettare.
Inter pares, se un nome sugli altri si deve fare è senz’altro quello di Massimo Popolizio, praticamente perfetto nella parte.
Con loro alcuni giovani, tra cui è doveroso citare il “funambolico” Fabrizio Falco (prendete nota di questo nome) e Fausto Cabra. Scarna e misurata la presenza femminile.

Sulla scena si sgrana la vicenda umana, economica e politica di una famiglia di ebrei che, dal nulla dell’emigrazione, diviene una delle più potenti famiglie del mondo, presente in tutti gli affari, leciti e illeciti, immaginabili e non, passando attraverso tutte le catastrofi dell’epoca (guerre, crisi economiche, instabilità politiche ecc.ecc.).

Dall’iniziale commercio del cotone, i Lehman trattano poi caffè e ferrovie, automobili e aerei, apparecchi televisivi e informatica, manovrando mercati immensi con la loro banca sino all’epocale tracollo del 15 settembre 2008, quando venne sancito il fallimento della Lehman Brothers, una delle più importanti banche d’affari del mondo.
I tre fratelli Lehman, e poi i loro discendenti, sono pervasi dal demone del denaro da accumulare comunque e dovunque, ma non solo.

Il testo non racconta però grigie manovre finanziarie e nemmeno snocciola freddi numeri. Lo spettacolo racconta, come in un sogno che a volte si tramuta in incubo, le pulsioni, i desideri, le sconfitte e le vittorie, il riscatto insomma di una famiglia che rappresenta, nel bene e nel male, un modo di essere, una cultura, una filosofia di vita.
I tre fratelli Lehman “cantano” da soli e in coro, per restituirci i nodi essenziali di una vicenda a cui non si può restare indifferenti.

Si è detto della scena monocromaticamente essenziale in cui, attraverso botole sul pavimento, compaiono e scompaiono sedie e personaggi. Resta da dire di luci perfette, realizzate per esaltare il bianco e nero, con sfumature, che dipinge lo spettacolo, e di una regia rispettosa del testo e mirabile per il lavoro sugli e cogli artisti.
Resta anche da dire che la prima parte è più ricca di stimoli e di emozioni, mentre la seconda rimane più asciutta e scarna. Nell’insieme, come si è detto del testo, uno spettacolo potente e coinvolgente. Alla prima alcuni minuti di applausi per tutti gli attori, il regista e l’autore. A teatro dunque, che cosa aspettate?

Lehman Trilogy
di Stefano Massini
regia di Luca Ronconi
con Massimo De Francovich, Fabrizio Gifuni, Massimo Popolizio, Martin Llunga Chishimba, Paolo Pierobon, Fabrizio Falco, Fausto Cabra, Francesca Ciocchetti, Laila Maria Fernandez, Denis Fasolo, Raffaele Esposito, Roberto Zibetti

Piccolo Teatro Grassi
Via Rovello
www.piccolotreatro.org

La Redazione


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