Cinque motivi (e oltre) per vedere nati in casa

Lo spettacolo di e con Giuliana Musso in questi giorni al Teatro Elfo Puccini di Milano.

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Giuliana Musso
Perché lei è un’attrice bravissima: un’arpa con molte e sensibili corde, capace di far ridere e piangere. Vi emozionerà.
Perché il pezzo iniziale è scoppiettante: un puro distillato di perfida ironia ambientato in un moderno ospedale. Vi farà ridere fino alle lacrime.
Perché ti fa tornare con la mente e con il cuore al momento più importante per la tua vita e per quella di tutti: il momento sacro misterioso e fatale della nascita. La tua, quella dei tuoi figli…
Perché il tema è specificamente legato all’esperienza femminile e riporta al centro il tema della natalità nella sua dimensione contemplativa, fatta di attesa, lentezza e istintualità profonda. E fiducia nella potenza del nostro corpo, di donne.
Come ogni spettacolo di Giuliana Musso (questo è il primo capitolo di una trilogia che prosegue con Sex Machine e Tanti saluti, rispettivamente sui temi della sessualità e della morte), nasce da una ricerca, fatta con interviste, documenti, incontri con persone reali. Una vera inchiesta, non accademica, ma profonda e sincera, che non teme di portare alla luce argomenti scottanti.
Il  testo teatrale in questi giorni all’Elfo Puccini pone domande dritte e dirette come pugni sulla situazione attuale della medicina delle nascite, sulla natalità e delle sue pratiche più o meno insanamente (?) medicalizzate. Sulla salute delle mamme e dei bambini. Costringe a porsi domande, soprattutto se si attendono in famiglia nuove nascite o si programma di avere un figlio. Sì. Perché il senso del teatro, rito collettivo – forse l’ultimo rimasto – è far  affiorare domande importanti sulla vita di tutti. In particolare nel caso di Nati in casa pone in modo forte e persino inquietante una domanda:
Dove è finita la relazione, il legame di fiducia e rispetto che portava una donna a confidare in un’altra donna, la levatrice nella fattispecie, per fare del momento del parto un’autentica esperienza umana di intensità e bellezza?
Nello stesso tempo, ed è questa la nostra critica rischia di porre in termini di retorica della nostalgia, passatista, un tema che va invece illuminato dalla conoscenza, senza dimenticare l’umanità: ai bei tempi in cui si nasceva in casa  - si è continuato fino agli anni Sessanta dello scorso secolo, soprattutto in zone periferiche del nostro Paese - quasi la metà dei bambini moriva. Certo, le condizioni di vita, la miseria naturalmente… ma di certo nascere in ospedale è più sicuro, permette di intervenire nei casi di emergenza… o no?

Aspettiamo le vostre lettere alla redazione del giornale o alla mail lartediparte[@]gmail.com.

Loredana Metta

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Re: Cinque motivi (e oltre) per vedere nati in casa
22/01/2015 loredana
Grazie a tutte per i messaggi.
Il teatro potrebbe essere occasione di incontro e di discussioni molto interessanti come questa.
Seguite la nuova agenda degli eventi della Città su Z3xmi e segnalateci le cose che vi piacciono. E chissà che non possiamo incontrarci per parlarne una volta o l'altra.


Re: Cinque motivi (e oltre) per vedere nati in casa
20/01/2015 Vittoria
Ciao Loredana,
grazie per avermi chiesto un commento su questo spettacolo. Sono andata a vedere lo spettacolo con mia figlia (43 anni due figli,due cesarei) e la figlia di Paolo(46 anni due figli parti normali) venerdì della scorsa settimana.
Giuliana Musso come tu dici è bravissima,
i suoi spettacoli all'Elfo li ho visti e mi ha sempre coinvolto. Il tuo articolo mi è piaciuto e l'ho condiviso. Per quello che riguarda la sicurezza di partorire in ospedale,è sicuramente vero ,il mio primo figlio l'avrei perso, se non fossi stata ricoverata e operata subito. Quello che sconcerta è il numero dei cesarei è una percentuale molto alta
Ormai, per non avere problemi e avere rimborsi alti, fanno il cesareo anche se non è necessario, vedi mia figlia.
Io ho avuto la mia nonna che abitava in una piccola frazione di un paese di montagna dove non arrivava la strada asfaltata,il medico non arrivava mai in tempo, aveva due ore di cammino su un sentiero di montagna, la mia nonna era addetta alle nascite.
Quello che mi è piaciuto è stata la partecipazione maschile, gli uomini che avevo intorno erano anche loro coinvolti, e su un tema così femminile c'erano tanti uomini .. Quando siamo uscite ci siamo accorte che molte donne intorni a noi stavano parlando dei loro parti
Ammiro molto Giuliana e sono diventata sua fans.


Re: Cinque motivi (e oltre) per vedere nati in casa
19/01/2015 antonella
Ho visto lo spettacolo e mi è piaciuto moltissimo. Ho sentito prevalere il discorso poetico più che l'aspetto di critica all'attuale servizio ospedaliero. Del resto non è esente da critiche neppure il passato da lei raccontato quante volte ha descritto situazioni estreme non certo per osannarle...
E' emerso a mio avviso quell'aspetto di solidarietà femminile che forse al giorno d'oggi è più slavato...nel settore.


Re: Cinque motivi (e oltre) per vedere nati in casa
18/01/2015 Chiara Baratti
Apprezzo molto Giuliana Musso, pur avendola scoperta solo l'anno scorso all'Elfo. Apprezzo proprio "l'arpa con moltissime corde" e la scelta/capacità di parlare di temi 'privati' come temi della polis.
Ho avuto anch'io la perplessità sull'implicita scelta di ritorno al passato e questo non lo apprezzerei per gli argomenti che tu, Loredana, porti e perchè credo anch'io che l'ospedale garantisca .... Ma voglio invece pensare che nell'autrice prevalga la voglia di sottolineare l'importanza delle relazioni e la necessità di recuperare il senso più profondo dell'avvenimento della nascita. Aspetti fondamentali questi, che nella attuale medicalizzazione si sono spesso persi per strada.


Re: Cinque motivi (e oltre) per vedere nati in casa
16/01/2015 zina borgini
rispondo a Loredana e alla sua domanda che per me non può prevedere risposte certe.
Cosa penso? Penso che per me sono belli i ricordi ma detesto i rimpianti. Ho sempre vissuto cercando il bello che ci stava dentro nel tempo stesso in cui un evento determinato avveniva. Ogni tempo ogni epoca comporta dei mutamenti nelle pratiche di vita quotidiana o eccezionale come una maternità, sta nella nostra creatività affrontarle in modo consapevole con i mezzi che abbiamo a disposizione. Non credo sia stato meglio prima o meglio ora, non credo negli opposti e nei dogmi tutto può diventare più facile se si lasciano fluire gli eventi nel luogo e nel tempo in cui siamo chiamate a viverli.Faccio un esempio: la compagna di mio figlio che vive a Berlino ha partorito in ospedale con un cesareo un po' complicato, ma è stata mandata a casa dopo pochi giorni,la donna che l'ha aiutata a partorire l'ha seguita per un mese intero con visite a casa tutti i giorni aiutandola a superare le difficoltà di un parto complicato, aveva vicine sua madre e me, mio figlio ha potuto dormire in ospedale accanto a lei e al bambino, ti pare che queste non siano state relazioni forti che l'hanno aiutata? Io penso di si. Qualcuna mi dirà già a Berlino ma in Italia queste cose non succedono? e io potrei rispondere perchè nelle tribù amazzoniche o senza andare lontano nei luoghi in guerra forse non nascono bamnini....ogni situazione è soggettiva e quindi la risposta sta in noi e nella nostra saggezza o incoscienza di trovare gioia in quello che facciamo.


Re: Cinque motivi (e oltre) per vedere nati in casa
16/01/2015 Loredana
Grazie Zina, ma cosa pensi della domanda che ponevo nel mio commento?


Re: Cinque motivi (e oltre) per vedere nati in casa
14/01/2015 Zina Borgini
Si è uno spettacolo molto bello l'ho visto nel 2011 al Teatro Rondinella di Sesto nella rassegna TEATRO NECESSAIO. Anche se non è nuovo come spettacolo tratta di emozioni e sensazioni sempe attuali, Giuliana Musso poi è bavissima,lo consiglio ...per tutte le età.


 
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