A teatro e al cinema…a piedi: La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat

In scena sino al 16 novembre all’Elfo Puccini il dramma filosofico di Peter Weiss. Una colorata ballata intorno al tema della libertà e della tolleranza.

()
Marat
Il sottotitolo del dramma prosegue: “rappresentati dagli internati dell’ospedale di Charenton sotto la guida del Marchese di Sade”, al punto che quest’opera scritta da Peter Weiss nel 1963, considerata ormai un classico del ‘900, è universalmente conosciuta come “Marat-Sade”.
Rappresentazione nella rappresentazione, qui si immagina che il Marchese di Sade, rinchiuso nel manicomio di Charenton, diriga i suoi compagni di disagio nella rievocazione dell’assassinio di Marat per mano (con pugnale) di Charlotte Corday, reazionaria tirannicida (?).
Nanni Garella, dopo le numerose messe in scena del dramma (tra le più famose quella dovuta a Peter Brook nel 1966, anche al cinema), si cimenta con coraggio nell’impresa di portare in scena i pazienti psichiatrici che partecipano al progetto della onlus Arte e salute, diretta dallo stesso Garella in Emilia Romagna.
Portatori autentici di disagio psichico, dunque, che si confrontano e interpretano un testo ricco di suggestioni e di provocazioni. Il tema dominante del dramma, nello scontro culturale tra il radicalismo di Marat e l’anarchismo di Sade, è la libertà, quella stessa che compare nello slogan simbolo della Rivoluzione Francese e quella che rivendicano i matti dalla schiavitù del manicomio.
Lo spettacolo, ambientato in una camerata di ospedale, si sviluppa come una lunga ballata in rima nella quale si confrontano le dinamiche vitali di personaggi che, attraverso il teatro, cercano appunto di liberarsi dalla loro sofferenza.
Dice Garella nelle note di regia:” Ambientato nelle prigioni interiori delle malattie della mente, più costrittive dei chiavistelli che chiudono le celle delle carceri, questo dramma in musica di Weiss proietta, in controluce, sullo schermo delle nostre immagini contemporanee, la visione dei nostri pregiudizi e ci spalanca davanti agli occhi un mondo di uomini uguali, nella loro diversità e nella loro bellezza…”.
In scena, misuratissimi e coinvolti, gli attori che partecipano al laboratorio di Arte e Salute che, dal 1999 all’interno dell’Arena del Sole di Bologna, si confrontano attraverso il teatro con ila loro (e il nostro?) disagio. Dall’esclusione sociale, e il mentore è ancora una volta Franco Basaglia, si può tentare di uscire con la comunicazione e con la condivisione.
Nella parte della travagliata Charlotte Corday c’è Laura Marinoni, attrice tra le più significative del nostro teatro di oggi, che dice:” Ecco che in un baleno mi è tutto chiaro. Non devo far niente di strano. Il matto è un attore e l’attore è un matto”. Stessa fragilità nella stessa diversità.
Dietro la grata della reclusione dominano i colori della Rivoluzione: il blu, il bianco e il rosso.
Da vedere senza esitazioni. Passate parola.

La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat
rappresentati dagli internati dell’ospedale di Charenton sotto la guida del Marchede di Sade
di Peter Weiss
adattamento e regia di Nanni Garella
con Laura Marinoni, Moreno Rimondi, Nanni Garella e gli attori di Arte e Salute onlus

www.elfo.org

(La Redazione)


Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha