A teatro e al cinema… a piedi: Milano ‘45 - C’era la Polveriera ora c’è Benetton


Presso lo Spazio Teatro No’hma, Milano ‘45 - C’era la Polveriera ora c’è Benetton con Maurizio Cucchi da un'idea di Charlie Owens.
()
milano 45

Trattasi di segnalazione a posteriori poiché lo spettacolo è andato in scena per due sole serata il 22 e il 23 febbraio. Ci è sembrato però importante sottolineare  questa iniziativa di Spazio Teatro No’hma sia per ricordare le attività di questa realtà teatrale, su cui avremo modo presto di ritornare, sia in omaggio a Maurizio Cucchi che è uno dei più significativi poeti contemporanei.

Il poeta sulla scena racconta se stesso e la sua famiglia, sul filo della memori dei suoi genitori che hanno vissuto la guerra e che, nel 1945, anno di nascita di Cucchi, abitavano al numero 21 di corso Buenos Aires, una casa di ringhiera detta significativamente “Il Cairo”.

“Il Cairo” era frequentata da operai e artigiani, da piccolissima borghesia, da generose professioniste e da simpatici mariuoli (attenti al portafogli !).
Il numero 21 era tutt’uno con quella che una volta era la Polveriera, deposito d’armi costruito agli inizi  dell’ ‘800 dal governo austriaco, al cui posto oggi c’è un negozio di Benetton.

Cucchi ricorda i bombardamenti e la città distrutta, i monumenti polverizzati, la strage di Gorla che costò la vita a duecento bambini delle scuola elementare. Ricorda lo svuotamento della città, il fenomeno dello sfollamento e legge una bellissima poesia di Giovanni Roboni che, a sua volta, ricorda questa esperienza attraverso la figura del padre (Guerra).
Viene anche alla memoria “Milano, agosto 1943” di Salvatore Quasimodo: “la città è morta, è morta”.
Cucchi ci riporta a quel 29 aprile 1945 quando in piazzale Loreto vennero esposti i corpi di Benito Mussolini, di Claretta Petacci e di alcuni gerarchi del passato regime fascista, ma ricorda anche l’eccidio di partigiani avvenuto in quello stesso luogo un anno prima.
Il padre e la madre del poeta, incamminati sulla stradone che porta a Loreto, all’altezza di piazza Argentina, decideranno di tornare indietro, verso casa. Troppo dolore.
Il racconto è sobrio e pacato. Le parole di Cucchi sono accompagnate sul palco da un’orchestrina con cantante, come usava un tempo, che interpreta le canzoni di quegli anni, con il supporto coreografico di tre giovani ballerini.
Risuonano così le note di “Mille lire al mese” o di “Quand sona i campann”, cavallo di battaglia del grande Giovanni D’Anzi, a rievocare il clima di quegli anni dove, malgrado la grande tragedia della guerra, c’era la voglia di vivere, di divertirsi, di riappacificarsi con il mondo.
Il salone, ricavato in una bella palazzina che fu sede dell’Acqua Potabile, è stracolmo, il pubblico applaude convinto e partecipa alla ricostruzione di questo tassello di storia.


Spazio Teatro NO’HMA Teresa Pomodoro
via Orcagna 2, Milano


Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha