20/09/2014
Artemisia Gentileschi: le tinte forti delle passioni

METI, associazione che lotta contro la violenza sui minori e sostiene il recupero di persone adulte che nell’infanzia hanno subito forme di abuso, che hanno condizionato fortemente la loro vita, organizza a Milano una mostra di quadri. Un’iniziativa che serve a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema delicato, a volte sottovalutato dalla gente perché non ci sono informazioni precise e dettagliate su ciò che affronta nella propria vita una vittima d’abusi.

Con la mostra di quadri, l’associazione METI, desidera emozionare e far riflettere gli spettatori presenti all’evento portandoli a far comprendere che il riscatto psicologico e sociale di una persona abusata è una grande conquista.

La mostra di quadri verrà inaugurata sabato 20 Settembre alle ore 18,00 a Milano in via Conte Rosso, 5 Presso l'Acli Lambrate.

All’evento parteciperanno artisti vari. Durante la mostra di quadri, i partecipanti potranno assistere ad una lettura scenica dal titolo "Artemisia Gentileschi: le tinte forti delle passioni" di Aquilino in cui Marta Comerio darà voce alla sofferenza della pittrice scomparsa nel 1653.

Artemisia Gentileschi è stata una delle prime donne dell’epoca rinascimentale a denunciare uno stupro. E’ stata una pittrice che ha deciso di ribellarsi ai suoi fantasmi: Agostino Tassi (amico del padre che ha effettuato la violenza sulla giovane pittrice) e lo stesso genitore della ragazza che ha “comandato” la figlia sin da piccola come un padre-padrone fino a quando lei ha deciso di ribellarsi, dando voce al suo dolore, ai suoi tormenti. Per questa ragione ha deciso di lasciare la sua casa crescendo lontano dagli affetti che la rendevano prigioniera. La pittrice è una donna che ha saputo riscattarsi trovando una ragione per vivere nella pittura. Proprio questa forma d’arte ha dato adito all’artista di poter rinascere come il bruco si libera dal suo bozzolo per diventare farfalla.

Per avere ulteriori informazioni che riguardano la mostra di quadri potete collegarvi al sito www.assometi.org o alla pagina Facebook dell’associazione METI.