A teatro e al cinema…a piedi: Frears vs. Swinton e viceversa

Due rassegne incrociate ospitate a Spazio Oberdan per raccontare il meglio della cinematografia di Tilda Swinton e di Stephen Frears. Dall’Inghilterra con stupore.

()
orlando2

Instancabile Cineteca. Se non sapete proprio cosa fare dal 19 luglio al 3 agosto piazzatevi nei dintorni di Spazio Oberdan e non perdetevi il meglio di queste due rassegne incrociate dedicate al regista Stephen Frears e alla attrice Tilda Swinton entrambi very british (almeno di nascita) ma entrambi molto inclassificabili nel complicato panorama del cinema mondiale.

Con ordine. La rassegna dedicata alla Swinton inizierà il 19 luglio e offrirà un’ampia visione delle performances di un’attrice che è estremamente difficile qualificare e definire. Spesso al suo nome viene abbinata la parola ambiguità, sicuramente la sua non è una figura di facile decifrazione. Nata come attrice teatrale alla Royal Shakespeare Company, ha poi accompagnato per alcuni anni, il cinema del “maledetto” Derek Jarman per il quale esordì nel 1986 in quel Caravaggio dove ambiguità, eccentricità e amoralità allignano con doverosa abbondanza. Da allora la Swinton percorrerà il cinema internazionale chiamata a esprimersi da alcuni dei registi più esigenti e intransigenti come Jim Jarmusch, Joel e Ethan Coen e Sally Potter. Con quest’ultima interpreta forse il suo film più emblematico, quell’Orlando (1992), tratto dall’omonimo romanzo di Virginia Wolf, il cui la protagonista si trasforma nei secoli in personaggi maschili, femminili e androgeni sempre e comunque a suo agio. Qua e là ci scappa anche qualche pellicola di serie B come Perversioni femminili (1997) di Susan Streitfeld dove si attinge a piene mani agli aspetti più morbosi della femminilità. Emblematica poi la sua presenza in Io sono l’amore(2009) di Luca Guadagnino dove interpreta una donna dell’alta borghesia milanese che si invaghisce del giovane amico del figlio. Nel film si mostrano con dovizia le belle architetture di Villa Necchi che funge da dimora per la famiglia protagonista.

Omaggio altrettanto corposo anche per Stephen Frears che, nella sua ormai trentennale carriera cinematografica, si è cimentato con i generi più vari e con produzioni ricche e meno ricche, ricavandone (quasi) sempre risultati significativi.

Il suo primo film di successo, My Beautiful Laundrette (1985), introduce alcune delle tematiche caratteristiche del suo cinema anche grazie alla collaborazione con lo scrittore di origini pachistane Hanif Kureishi che a Milano è stato spesso ospite di La Milanesiana.

La vicenda di un amore omosessuale con risvolti razziali racconta un mondo che ritornerà poi spesso nella cinematografia inglese di quegli anni.

L’Inghilterra minore, proletaria ed eccentrica, ritorna anche in Due sulla strada (1996) e inSammy e Rosie vanno a letto (1987) dove si tratteggiano vicende umanamente forti, mentre con The Queen-La regina(2006) il regista indaga addirittura sulla famiglia reale inglese in occasione della morte di Lady Diana.

Si segnala anche un film in costume, Le relazioni pericolose, che permette a Frears di misurarsi con un capolavoro della letteratura francese del ‘700 e di dirigere un lussuoso cast hollywoodiano composto da Glenn Close, John Malkovich, Michelle Pfeiffer, Uma Thurman e Keanu Reeves.

Vale notare che anche Frears viene dal teatro, vantando una solida collaborazione con il Royal Court Theatre.

Per Swinton e per Frears, indifferentemente, troverete tutte le informazioni necessarie sul sito www.cinetecamilano.it: programmazione e prezzi, modalità di accesso e la documentazione per usufruire al meglio di due rassegne fortemente intrecciate tra loro nell’indagare i presupposti formali e informali del cinema del nostro tempo.




(Massimo Cecconi)



Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha