Pubblicità lesiva a Milano: "lato B e succo di frutta" non s'ha da fare

Un visibilissimo "lato B" rivestito da pois troneggia accanto a un "puro nettare" di frutta". Un messaggio pubblicitario è comparso pochi giorni fa su tram, autobus, stazioni metropolitane di Milano, indignando non poco molti cittadini e associazioni sensibili alle diverse forme di  violenza sulle donne. Ne parliamo con la Delegata del Sindaco per le Pari Opportunità Francesca Zajczyk. ()
pub lesiva
Prof. Zajczyk, ma cosa è successo? il Comune di Milano non aveva giurato guerra a qualsiasi forma di pubblicità lesiva per la dignità della donna?
Certo. E infatti a distanza di pochi giorni dalla sua comparsa, è stata denunciata dal Comune e sospesa.
 
Mi spieghi meglio.

La settimana scorsa abbiamo ricevuto la segnalazione da parte di cittadine e Il Comune di Milano ha tempestivamente inviato la segnalazione al Comitato di Controllo dello Iap. l'Istituto Autodisciplina pubblicitaria è intervenuto con un provvedimento di ingiunzione di desistenza’ nei confronti del messaggio pubblicitario ritenendolo tale "in contrasto con l’art. 10 - Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona - del Codice di Autodisciplina della Comunicazione commerciale, stante la mercificazione del corpo femminile e la conseguente lesione della persona". Immediata la risposta della società, che subito scusandosi, ha comunicato la volontà di sospendere la campagna pubblicitaria.
 
Insomma, un'azione rapida ed efficace di questi tempi abituati alla farraginosa macchina burocratica italiana.
Direi di si. Non nascondo la soddisfazione, e con me la Vice Sindaco Ada Lucia De Cesaris,
sull' esito positivo considerando tutto l'impegno e il lavoro di questi anni nel costruire e deliberare un protocollo che istituisce un codice deontologico per le affissioni pubblicitarie lesive per la dignità della persona. La delibera, allo stato attuale, ha potere esclusivamente per gli spazi direttamente dipendenti dal comune e non coinvolge le partecipate. 

Non capisco, cosa significa?
Effettivamente non è di immediata comprensione e può generare facilmente equivoci. Semplificando è come se il potere di azione che ci compete fosse limitato esclusivamente alle stanze di nostra proprietà dell'abitazione ma non alle parti condominiali comuni.

Comunque, sta di fatto che pre Giunta Pisapia non esisteva nulla del genere. Giusto?
Giusto. Dopo aver aderito alla campagna “Città libere dalla pubblicità offensiva” su impulso dell’Unione Europea, è stata costruita pezzo per pezzo, con confronti, discussioni fra il Comune di Milano e interlocutori diversi, una realtà politica inesistente precedentemente, sulla regolamentazione dei criteri per le affissioni pubblicitarie riprendendo l’articolo della Costituzione che sancisce “la pari dignità degli individui e il principio di uguaglianza e non discriminazione fra i generi”.
E’ stata inoltre istituita una task force di donne, consigliere ma non solo, che affianca i tecnici dell’ufficio affissioni nel compito di censurare la pubblicità sessista.
Il tutto, e vorrei sottolinearlo, in un contesto che vede da sempre la Giunta impegnata a contrastare qualsiasi forma di violenza contro le donne e discriminazione di genere.
 
Un lavoro non da poco considerandone gli esiti positivi. Ma quindi, mi spieghi, se io cittadina vedo una pubblicità che ritengo lesiva, cosa posso fare per segnalarla?
Il Comune di Milano ha aperto da ottobre 2013 una nuova casella di posta elettronica (manifestioffensivi@comune.milano.it) alla quale le cittadine e i cittadini possono segnalare le pubblicità che non rispettano il corpo della donna e la sua dignità. Se il manifesto è affisso su spazi di competenza diretta del Comune, questo’ultimo provvederà direttamente. Nel caso così non fosse, Il Comune si farà da interlocutore diretto con il Comitato di Controllo dello Iap-Istituto Autodisciplina pubblicitaria, che valuterà intervenendo successivamente con un  provvedimento di ‘ingiunzione di desistenza’ nei confronti del messaggio pubblicitario. Esattamente come successo per la "brutta" pubblicità comparsa in questi giorni. E l' iter sembra funzionare, come abbiamo visto.
 
Ottimo. Un'ultima domanda. Questa "macchina da guerra" istituita dal Comune di Milano rimarrà un'isola a sé stante o possiamo sperare in una azione coordinata con altri comuni?
Ci stiamo lavorando. A marzo di quest'anno è stato firmato un protocollo da Anci-Associazione nazionale dei Comuni italiani e Iap-Istituto di autodisciplina pubblicitaria. Questo significa che L'iter promosso dal Comune di Milano a giugno del 2013 estende ad altre città italiane nuovi modelli di comunicazione commerciale che non contengano immagini di violenza o lesive della dignità della donna, nel rispetto delle pari opportunità. Possiamo parlare quindi di passi concreti in Italia contro la diffusione delle pubblicità sessiste.
Non solo. Oggi, 17 giugno, c’è stato un primo incontro con una nascente rete di amministratrici che vuole lavorare nella direzione di trovare strumenti più cogenti per combattere le pubblicità sessiste e costruire nello stesso tempo una nuova cultura dell’immagine, non solo delle donne, ma anche degli uomini e dei bambini.
Insomma: noi continuiamo.
 
Marzia Frateschi
 

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Re: Pubblicità lesiva a Milano:
23/06/2014 Fabio
Perché modificare l'immagine pubblicitaria su un organo d'informazione on line, se procurarsi la versione originale dalla rete è questione davvero di pochi secondi? Davvero non capisco questa scelta.


Re: Pubblicità lesiva a Milano:
20/06/2014 Zina Borgini
Non trovo scandaloso pubblicarla dato che le lettrici e i lettori avrebbero dovuto giudicarla e se non la vedevano come veramente appare come avrebbero potuto farsene un'opinione? QUINDI SI, ANDAVA MESSA SENZA OSCURAMENTO


Re: Pubblicità lesiva a Milano:
20/06/2014 Paolo Burgio
Non ho capito dall'ultimo commento se vuole veder pubblicata la pubblicità osé o no?


Re: Pubblicità lesiva a Milano:
19/06/2014 Zina Borgini
Penso che ormai siamo abituate a vede ben peggio di una signorina in pose osè, quindi mi pare un atteggiamento un po' bigotto quello di censurare. Per creare opinione su certe pubblicità le persone devono almeno vederle Mi spiace solo che nonostante le promesse di rimozione la signorina me la veda tutti i giorni a pieno campo nel metro' Quando la toglieranno?


Re: Pubblicità lesiva a Milano:
19/06/2014 Michela Rea
Buongiorno a tutti, sono stupita anche io della scelta della redazione di sfumare l'immagine. Abbiamo dei pubblicitari, e dei committenti, che non si pongono nessun limite nell'uso dei corpi e della (presunta) sessualità femminile e noi ci preoccupiamo di usare le stesse immagini a fini didattici e di critica. Si rischia che poi chi propone appunto una rielaborazione critica di queste forme di mercificazione passi per il solito censore, credo che lo spirito delle nostre riflessioni sia ben diverso e teso a forme più alte, più reali e più diffuse di autodeterminazione, non certo a coprire delle forme


Re: Pubblicità lesiva a Milano:
19/06/2014 Marzia frateschi
Grazie Francesca,
La finalità della "Città delle Donne" è proprio quella di fornire informazioni e la possibilità di ragionare insieme sui valori e le istanze femminili. Personalmente mi dispiace che non sia comparsa l'immagine reale della pubblicità lesiva. Quando si parla di informazione significa anche fornire la documentazione per dare consapevolezza del fenomeno e contribuire al processo di visione e criticità lasciando poi ai lettori il giudizio finale. Dietro una immagine c'è una scelta e una modalità precisa di comunicazione specialmente laddove è in atto un processo di cambiamento culturale. Non sempre censurare o edulcorare serve a questo.
Posso sbagliarmi. Ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. La vostra opinione è indispensabile per stabilire un dialogo, apprendere il vostro pensiero ed evolvere con voi.

Marzia Frateschi
Responsabile "Città delle Donne" di z3xmi


Re: Pubblicità lesiva a Milano:
19/06/2014 Francesca Rossi
Grazie tante per questo articolo. Anch'io avrei voluto scrivere quando ho visto questa pubblicità alla metropolitana di Porta Venezia, ma non avevo l'indizizzo; ora lo terrò con me.
Mi fa piacere sapere che tante altre persone l'abbiano segnalata.
Francesca Rossi


 
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