Per fortuna c’è La Milanesiana

Edizione numero 15 di La Milanesiana, la kermesse culturale/spettacolare ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi. Tema dell’anno: la fortuna.

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Si parte il 23 giugno dal Teatro Dal Verme con il ministro Franceschini, il sindaco Pisapia e le autorità di rito, ospite d’onore, con lo scrittore Jonathan Lethem, Gino Paoli.
È di nuovo Milanesiana con i suoi percorsi intrecciati dove la letteratura si confonde e si compenetra con la musica, il cinema dialoga con la scienza e l’arte, la filosofia sconfina nel teatro.
Dice Elisabetta Sgarbi che di La Milanesiana è pressoché tutto (madre, padre, motore immobile e mobilissimo): «Non c’è mai un traguardo raggiunto, saremo appagati solo mettendo in gioco sempre noi stessi». E si riferisce, innanzitutto, alla difficoltà di organizzare una manifestazione ormai talmente attesa da non poter deludere i suoi sostenitori e nemmeno i suoi detrattori. Dice, ancora:«Malgrado le risorse in meno, ci siamo arrivati a testa alta». Anche se è difficile immaginare Elisabetta Sgarbi a testa china.
Il tema dell’edizione numero 15 è la fortuna (the Fate, in inglese) che campeggia nella rosa/simbolo della manifestazione (il prototipo è di Franco Battiato) attraverso uno zodiaco stellato, fortuna e destino appunto.
Sul tema si esercitano in molti. Qualche nome ricorrente, Michael Cunningham, Gao Xingijan (premio Nobel per la letteratura), e qualche nome meno mondano come Claudio Magris, tutti a discutere intorno ai significati letterari e artistici della dea bendata (perché cieca, dice la saggezza popolare), con qualche riflessione musicale affidata a Ute Lemper, Ensemble Berlin, Ramin Bahrami e Uri Caine.

Cinque appuntamenti fitti, sino al 27 giugno, al Teatro Dal Verme che ormai rappresenta la casa base dopo che è stata abbandonata, per motivi logistici, la fascinosa sede originale (il cortile di Palazzo Isimbardi della Provincia di Milano, che è stata l’istituzione di riferimento per moltissimi anni).

Poi La Milanesiana va per la città e per altri ameni luoghi a Torino e dintorni come Il Circolo dei Lettori, il Borgo Medievale e il Castello di Miradolo che ospiterà la mostra Giovinezza dello scrittore Tahar Ben Jelloun che di La Milanesiana è uno dei soci fondatori (era presente già dalla prima edizione nel 2000).

A Milano saranno come sempre attive le sedi della Fondazione Corriere della Sera con il collaudato Aperitivo con l’autore e con Viaggio in Italia, Palazzo Reale per la sezione Il Respiro della Musica e poi, ancora, Palazzo Edison, Università IULM, Palazzo Corio Casati, Pinacoteca di Brera, Piccolo Teatro Grassi, La Cavallerizza FAI e il Teatro Franco Parenti.
Anche la zona 3 è ben rappresentata per quanto accadrà alla Biblioteca Valvassori Peroni (venerdì 4 luglio, ore 12 con Tony Laudadio, Roberta Castoldi, Marco Santoro, Andrée Ruth Shammah e Dino Messina), al Teatro No’hma (domenica 6 luglio, ore 21 con lo spettacolo teatrale Luiz torna a casa di Maurizio de Giovanni), al Politecnico (lunedì 7 luglio, ore 21 con Edoardo Nesi, Mario Monti e Vittorio Gregotti) e, naturalmente, a Spazio Oberdan (venerdì 4 luglio con il cinema di Edgar Reitz e  con la partecipazione di Enrico Ghezzi).

Qualche nome, in ordine sparsissimo, la cui collocazione vi andrete a ritrovare nel labirintico programma (www.lamilanesiana.it): Oscar Farinetti, Andrea De Carlo, Melania Mazzucco, Piero Chiambretti, Furio Colombo, Roberto Vecchioni, Aldo Nove, Vittorio Sgarbi (affezionato ospite), Giancarlo De Cataldo, Galatea Ranzi, Marc Augè, Antonio Ballista, Philippe Daverio, Carlo Boccadoro, Antonio Ricci, Ernesto Ferrero, Wim Wenders, Hanif Kureishi (andate a vedere, appena esce, il film  Le Week-end  scritto da lui), Omar Sosa, Dacia Maraini e decine di altre personalità della cultura internazionale. Ci scusino gli organizzatori e gli interessati per la mancata segnalazione. Siamo decisamente nel segno, comunque, della contaminazione tra il sacro e il profano. Così è da sempre e così sia.

Da segnalare invece, tra le curiosità, lo sdoganamento del vituperato Tinto Brass che avverrà, complice Gianni Canova, sabato 5 luglio dalle ore 15, con clou alle ore 21, presso la Sala Buzzati del Corriere della Sera, con proiezione finale del suo bel film Chi lavora è perduto (1963).
Al regista è anche dedicata la mostra Tinto Brass/Tra popolarità e arte, curata dallo stesso Brass con Caterina Varzi, presso l’Università IULM, dal 28 giugno, al 10 luglio. L’allestimento è a cura di Luca Volpatti a cui se deve, da sempre, la regia scenica di La Milanesiana. Onore a lui.
I numeri complessivi dicono: 40 appuntamenti, 160 ospiti internazionali, 32 Paesi coinvolti, 6 mostre, 7 appuntamenti teatrali, 19 concerti e 10 proiezioni. Scusate se è poco…
La festa si chiude con 25 anni di Blob con proiezione a cura di enrico ghezzi (che si scrive rigorosamente minuscolo) e con concerto di Marco Morgan Castoldi (giovedì 10 luglio, Sala Buzzati, ore 21).
Com’è consuetudine, il programma potrà subire variazioni sino all’ultimo minuto e anche oltre, secondo l’estro armonico di Elisabetta Sgarbi a cui va, e con lei ai suoi stretti collaboratori, l’elogio non formale per la tenacia e la perseveranza.

Massimo Cecconi


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