Al cinema al cinema: Locke
Una perfetta macchina cinematografica ricca di tensione e di attese, totalmente girata all’interno di un automobile in viaggio nella notte inglese.
(Massimo Cecconi)12/05/2014
(Massimo Cecconi)12/05/2014
Troppo bello per non parlarne, anche se programmato fuori dagli angusti confini (almeno cinematograficamente parlando) della nostra zona.
Ivan Locke è un quarantenne, tecnico edile di grande professionalità che, nel giorno successivo alla vicenda narrata dal film, dovrebbe dirigere una determinante colata di cemento per la costruzione di un importante edificio.
Ma Locke è uomo d’onore.
In una sfavillante notte di luci stradali, in perfetta unità di tempo, luogo e azione, Ivan Locke dirige in suo Suv, anziché verso la strada di casa dove lo attendono moglie e figli, verso Londra, dove lo attende un severo appuntamento con il suo destino.
Esattamente per quanto dura il viaggio sulle autostrade che congiungono Birmingham a Londra dura l’azione scenica. Un viaggio in auto nella notte durante il quale Ivan Locke parla al telefono, senza mai staccare le mani dal volante beninteso, con la moglie, con i figli che lo attendono per condividere in televisione un’appassionante partita di calcio, con i suoi collaboratori, con la persona che sta raggiungendo a Londra, con le persone che la stanno accudendo.
Ma Locke è uomo d’onore.
Nella notte illuminata dai lampioni dell’autostrada si consuma un piccolo dramma umano in un abitacolo di un automobile, la macchina da presa che lo avvolge rende perfettamente i pensieri che si affollano nella testa dell’uomo che guida l’auto, i suoi dubbi, le sue angosce, la coscienza sempre più evidente delle conseguenze definitive che la scelta che ha compiuto comporta.
Raramente si è visto al cinema un racconto così seccamente aderente alla psicologia di un personaggio, in un film nel quale apparentemente sembra non accadere nulla (l’unica azione è quella dell’autista di un automobile in viaggio) ma in cui si evoca e si dilata un mondo fatto di affetti, amicizia, lavoro, credibilità umana e professionale, valori veri insomma.
Ma Ivan Locke è uomo d’onore e risponde principalmente ai suoi doveri di persona che ha commesso un errore, un solo ma decisivo errore.
Quali saranno le “conseguenze dell’amore” non è dato sapere. Il dramma si è consumato in tutta la sua credibilità in quegli 85 minuti che separano Ivan Locke dalla sua vita di sempre a una nuova vita dove la responsabilità lo sta conducendo definitivamente. Alla fine del viaggio nulla sarà più come prima.
Ma Locke è uomo d’onore.
Locke è un film dalla misura precisa, ben diretto da Steven Knight, già sceneggiatore per Stephen Frears e David Cronenberg, con la nitida fotografia notturna di Haris Zambarloukos e la misuratissima interpretazione di Tom Hardy, unico attore in carne e ossa in scena, che è perfetto nel restituire le angosce di un uomo tutto solo di fronte al suo ineluttabile destino.
A onta (si fa per dire) di chi organizza festival, Locke era presente all’ultima Mostra del cinema di Venezia fuori concorso. In concorso non poteva che stravincere.
Prendete i mezzi pubblici e andate a vederlo. Stramerita.
Locke
di Steven Knight
con Tom Hardy
USA-GB 2013
In programmazione nei migliori cinema della città
Massimo Cecconi
Ivan Locke è un quarantenne, tecnico edile di grande professionalità che, nel giorno successivo alla vicenda narrata dal film, dovrebbe dirigere una determinante colata di cemento per la costruzione di un importante edificio.
Ma Locke è uomo d’onore.
In una sfavillante notte di luci stradali, in perfetta unità di tempo, luogo e azione, Ivan Locke dirige in suo Suv, anziché verso la strada di casa dove lo attendono moglie e figli, verso Londra, dove lo attende un severo appuntamento con il suo destino.
Esattamente per quanto dura il viaggio sulle autostrade che congiungono Birmingham a Londra dura l’azione scenica. Un viaggio in auto nella notte durante il quale Ivan Locke parla al telefono, senza mai staccare le mani dal volante beninteso, con la moglie, con i figli che lo attendono per condividere in televisione un’appassionante partita di calcio, con i suoi collaboratori, con la persona che sta raggiungendo a Londra, con le persone che la stanno accudendo.
Ma Locke è uomo d’onore.
Nella notte illuminata dai lampioni dell’autostrada si consuma un piccolo dramma umano in un abitacolo di un automobile, la macchina da presa che lo avvolge rende perfettamente i pensieri che si affollano nella testa dell’uomo che guida l’auto, i suoi dubbi, le sue angosce, la coscienza sempre più evidente delle conseguenze definitive che la scelta che ha compiuto comporta.
Raramente si è visto al cinema un racconto così seccamente aderente alla psicologia di un personaggio, in un film nel quale apparentemente sembra non accadere nulla (l’unica azione è quella dell’autista di un automobile in viaggio) ma in cui si evoca e si dilata un mondo fatto di affetti, amicizia, lavoro, credibilità umana e professionale, valori veri insomma.
Ma Ivan Locke è uomo d’onore e risponde principalmente ai suoi doveri di persona che ha commesso un errore, un solo ma decisivo errore.
Quali saranno le “conseguenze dell’amore” non è dato sapere. Il dramma si è consumato in tutta la sua credibilità in quegli 85 minuti che separano Ivan Locke dalla sua vita di sempre a una nuova vita dove la responsabilità lo sta conducendo definitivamente. Alla fine del viaggio nulla sarà più come prima.
Ma Locke è uomo d’onore.
Locke è un film dalla misura precisa, ben diretto da Steven Knight, già sceneggiatore per Stephen Frears e David Cronenberg, con la nitida fotografia notturna di Haris Zambarloukos e la misuratissima interpretazione di Tom Hardy, unico attore in carne e ossa in scena, che è perfetto nel restituire le angosce di un uomo tutto solo di fronte al suo ineluttabile destino.
A onta (si fa per dire) di chi organizza festival, Locke era presente all’ultima Mostra del cinema di Venezia fuori concorso. In concorso non poteva che stravincere.
Prendete i mezzi pubblici e andate a vederlo. Stramerita.
Locke
di Steven Knight
con Tom Hardy
USA-GB 2013
In programmazione nei migliori cinema della città
Massimo Cecconi
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