Arte di Parte. Contagiare le/i giovani con la passione per l’opera.

Ricordate le manifestazioni di Violetta va in città per la Prima della Scala? Riscoprire e rinnovare il teatro di tradizione? Intervistiamo Cecilia Gobbi, che sostiene l’Opera come spettacolo popolare e lo porta da un decennio nelle scuole della Capitale con libri e progetti che sono un modello di divulgazione.
Aspettiamo le vostre segnalazioni di progetti e iniziative in corso o appena conclusi qui in zona e in città.
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Cecilia Gobbi

Una piccola libreria di musica milanese, di quelle che sopravvivono alla globalizzazione. Un dialogo appassionato fra un librario esperto, puntiglioso, che con acribia difende le scelte culturali del proprio ordinatissimo negozio e una musicista lungamente appassionata di educazione musicale dei bambini (noi, naturalmente). Il libraio mette in mostra i suoi pezzi migliori.

Ci attira un libro dai colori vivaci, agile, profumato di passione per la musica.

Si tratta di un testo Curci, casa editrice nota per le importanti pubblicazioni e i suoi contributi innovatici in questo settore, ancora più stimolante del solito. Non è solo un libro. Sfogliandolo si sente una certa animazione: gruppi di bambini che discutono, cantano, si muovono, si coinvolgono in un gioco davvero magico: l’Opera, presentata ai bambini, in tutti i suoi aspetti. Non si tratta di coinvolgerli come spettatori, ma come protagonisti. Infatti con testo, musica (Cd accluso), contesto storico, vita del compositore e tutte le notizie utili all’approfondimento, s’invitano le scolaresche a cimentarsi in un laboratorio in cui si mettono in scena le opere della tradizione, le storie i personaggi, le vicende, che racchiudono come in uno scrigno - cito qui Alessandro Baricco in un bel ciclo di trasmissioni degli anni Novanta - le cose migliori da tramandare a figli e nipoti.

Un’idea semplice, geniale. Leggo il nome sulla copertina Non poteva che essere venuta a una donna, beh… ci permettiamo giusto un pizzico di sciovinismo, in giorni di discussioni su quote di genere.

Immediatamente desideriamo complimentarci e chiedere approfondimenti all’Autrice di questa collana, dal titolo la Magia dell’opera. Scopriamo facilmente che il cognome illustre e indimenticabile per gli appassionati non è un caso: la nostra autrice presiede un’associazione che si occupa di Opera, e ha scelto di svolgere un’azione di educazione dei bambini nelle scuole. Le chiediamo di rispondere alle nostre domande:

Signora Cecilia Gobbi piuttosto dovrei dire Dottora o Maestra Gobbi, lei si occupa da molti anni dell’Associazione che conserva l’eredità del grande baritono Tito Gobbi (1913 – 1984) ci può parlare della sua storia e delle sue attività più recenti?

Né dottora, né Maestra in questa veste: io mi riallaccio alle parole di mio padre che quando insegnava ai suoi allievi diceva sempre “non amo il termine insegnare, preferisco dire: studiare insieme!”. E’ questo lo spirito con cui affronto le attività dell’Associazione e, in particolare “Magia dell’Opera” il progetto con cui da 10 anni facilitiamo l’avvicinamento delle nuove generazioni all’opera. Il nostro approccio è guidato dalla convinzione che l’opera èteatro in musica e, come tale, deve coinvolgere emotivamente ma perché ciò avvenga è necessario che il pubblico (soprattutto se di neofiti) possa seguirne la trama e familiarizzarsi con i suoi linguaggi poetici e musicali. Questo è quello che cerchiamo di fare accompagnando i bambini passo passo in un percorso ludico alla scoperta degli elementi drammaturgici e musicali delle opere.

Com’è nata l’idea di questa Collana editoriale? Quante opere ci sono in catalogo? E quali sono state le difficoltà che ha incontrato, dovendo coniugare la passione per l’opera con un pubblico del tutto a digiuno di lirica e più coinvolto da generi musicali contemporanei, come il pop e il rock?

L’idea è nata dal felice incontro con l’editore Curci che ha condiviso il nostro entusiasmo ed i nostri obiettivi: insieme abbiamo progettato la struttura della collana che conta ad oggi otto volumi: Il teatro e le sue storie, il testo introduttivo al mondo dell’opera, e i titoli monografici Il barbiere di Siviglia, Carmen, la Traviata, L’elisir d’amore, Don Giovanni, Falstaff e Pagliacci. Rivolgersi ad un pubblico del tutto digiuno di lirica non mi è mai apparso come un problema ma, al contrario, come un’opportunità perché l’opera ha il potere di conquistare il pubblico, a maggior ragione quando questo è formato da bambini e ragazzi, naturalmente predisposti alla curiosità e alla partecipazione e pronti ad assorbire ed appropriarsi delle meraviglie del nostro repertorio operistico.

Riguardo alla divulgazione del patrimonio operistico fra i giovanissimi, l’Associazione promuove corsi nelle scuole pubbliche e private delle provincie di Roma, Rieti, Palermo e Trapani,che utilizzano come guida i testi da lei firmati per la Casa editrice Curci. Da quanto tempo vi occupate di questi corsi? Con quali difficoltà e risultati?

I nostri corsi, con l’edizione per l’anno scolastico in corso, sono giunti felicemente al decimo compleanno con una costante moltiplicazione degli iscritti. L’unica reale difficoltà che abbiamo incontrato e con la quale continuiamo a confrontarci è la quadratura dei conti: non abbiamo finanziamenti pubblici e faticosamente manteniamo un contenuto “prezzo politico” delle quote di iscrizione dei bambini al fine di promuovere un’ampia diffusione della conoscenza e dell’apprezzamento dell’opera. In questo sforzo, però, beneficiamo da anni del prezioso sostegno del marchio KinderArt, da sempre vicino al mondo dei giovanissimi, che ci sostiene in questa iniziativa. E siamo compensati da risultati di grande soddisfazione: l’incremento costante dei partecipanti al corso e il loro appassionarsi all’opera tanto che oltre il 50% dei bambini tornano ad iscriversi da un anno all’altro.

Ci può raccontare se ha visto di persona qualcuno degli spettacoli messi in scena dai ragazzi grazie ai suoi bellissimi testi?

Naturalmente ho visto tutti i nostri spettacoli di fine corso a cui i bambini contribuiscono attivamente interagendo dalla platea con gli interpreti e cantando coralmente con loro brani scelti dell’opera: la loro partecipazione entusiasta è uno spettacolo nello spettacolo! Ma ho anche potuto vedere alcune rappresentazioni che i bambini hanno messo in scena aiutati dagli insegnanti rielaborando a loro misura l’opera studiata nel corso. Nei libri di testo incoraggio queste iniziative con suggerimenti vari per l’allestimento e l’interpretazione perché sono convinta che in questo modo giocoso i bambini si approprino maggiormente dell’opera e dei suoi linguaggi. Li ho visti portare in scena Il turco in Italia di Rossini e persino un’opera impegnativa come il Falstaff di Verdi, alternando scene recitate a momenti di canto con una disinvoltura e freschezza incantevoli. E ho ammirato le sorprendenti scenografie che sono stati capaci di realizzare per L’Elisir d’amore di Donizetti, la Carmen di Bizet e il Don Giovanni di Mozart.

Quali sono i messaggi che secondo lei, l’Opera rappresenta per le giovani generazioni?

I messaggi dell’opera sono voci dell’anima e sentimenti universali, promuovono la capacità di ascolto dell’altro oltre che della musica, sviluppano la sensibilità, educano al bello ed arricchiscono l’anima. L’opera è una vera e propria palestra della sfera affettiva che dà voce ai sentimenti e ai valori umani più alti coinvolgendo emotivamente il pubblico e – soprattutto per i giovanissimi – offrendo una prospettiva diversa al mondo virtuale delle rappresentazioni, spesso asettiche, dei giochi tecnologici .

I melodrammi italiani possano ancora rappresentare un messaggio positivo anche per le giovani donne di oggi?

Non riesco a discriminare tra segmenti di popolazione: a mio avviso l’opera, dall’apertura del primo teatro pubblico ( il San Cassiano di Venezia nel 1637) si sviluppa come forma d’arte popolare, prova ne è che nelle generazioni dei nostri nonni era amata e seguita da tutti gli strati sociali. L’opera, in questo senso, è anche un potente strumento di civiltà, di aggregazione e di benessere sociale: con la sua musica conquista i cuori e con le sue storie riflette la realtà delle passioni umane sensibilizzando il pubblico di tutti i generi e di tutte le età sui valori e sulla vita

A Milano e proprio presso una sala di Zona 3, il Teatro Leonardo – Quelli di Grock, abbiamo appena assistito a uno spettacolo dal titoloOtello Spritz, che portava in scena le vicende di Desdemona con un tumultuoso finale che, coinvolgendo il pubblico nella decisione finale, riscriveva completamente il testo di Shakespeare, lasciando esanimi Otello e lo stesso Jago, al suono della colonna sonora di Kill Bill di Tarantino. Rinverdire il patrimonio del nostro Teatro musicale potrebbe condurre anche a ridiscutere i ruoli tradizionali dei personaggi femminili. Lei cosa ne pensa?

Dalla sua descrizione lo spettacolo di Quelli di Grock mi sembra stimolante e coinvolgente; il nostro approccio parte da premesse diverse ma presenta qualche affinità. Il nostro intento è quello di far conoscere i capolavori del melodramma in versione originale (anche se parzialmente ridotta in considerazione dell’età del pubblico), così come sono stati concepiti dagli autori, senza modifiche del periodo o dell’ambientazione e senza riletture. Sul piano culturale riteniamo che chi si avvicina per la prima volta all’opera dovrebbe essere esposto all’originale dell’autore per disporre di un corretto riferimento e sviluppare uno spirito critico consapevole. A queste condizioni potrà poi meglio valutare e apprezzare le rappresentazioni basate su revisioni e re-ambientazioni moderne così come potrà rielaborare creativamente una propria rappresentazione dell’opera. I margini per interpretazioni e letture diverse esistono sia sul piano musicale che su quello drammaturgico, e ne abbiamo avuto dimostrazioni eccellenti da parte dei nostri massimi artisti della lirica. Si possono, quindi, rimettere in discussione i ruoli dei personaggi, femminili e maschili, purché ciò avvenga nel rispetto delle intenzioni dell’autore e non sostituendosi a lui. Noi seguiamo la scuola di pensiero che mio padre, la Callas e altri valenti artisti assorbirono dal loro mentore, il maestro Tullio Serafin :

“…una verità della quale tutti noi, direttori d’orchestra, registi e cantanti, non dovremmo mai dimenticarci: che il primo e maggiore interprete del dramma musicale è il compositore…....nel teatro d’opera la regìa deve scaturire in gran parte dalla musica.”

La ringraziamo veramente per la sua cortesia e disponibilità, Cecilia Gobbi, e chiediamo segnalazioni da lettrici e lettori di analoghe azioni di divulgazione della cultura musicale intraprese qui in zona e nella nostra città.

Loredana Metta


Commenta

Re: Arte di Parte. Contagiare le/i giovani con la passione per l’opera.
29/04/2014 Loredana
Faccio da tramite alle risposte della Signora Cecilia Gobbi all'intervento della nostra gentile lettrice:
i giovanissimi coinvolti hanno dai 5 a un massimo di 13 anni corrispondenti alle classi dall’ultimo anno della materna alla terza media (scuola secondaria di primo grado).

Al centro ci siamo già con Roma e Rieti quest’anno e gli anni scorsi anche con Terni e Gubbio.
Al Nord ci sono altre organizzazioni/associazioni/teatri che svolgono un’attività analoga ma abbiamo comunque dei contatti con alcune scuole e località dove non c’è nulla di simile. Il problema è che per poter fornire tutta l’attività formativa, nonché lo spettacolo, ad altre località è indispensabile che i sottoscrittori siano molto numerosi (o che vi sia un sostegno economico da parte dell’Amministrazione Locale).


Re: Arte di Parte. Contagiare le/i giovani con la passione per l’opera.
19/04/2014 sorani rosanna
Un'ottima idea quella di dare la parola a Cecilia Gobbi e di accendere i riflettori sull'iniziativa che da anni conduce per far conoscere la musica lirica ai bambini in alcune città del centro e del sud. C'é qualche possibilità che, in futuro, "Magia dell'opera" arrivi anche nelle città del nord? E poi: quali sono attualmente le età dei bambini e dei giovanissimi che partecipano a questa iniziativa nelle scuole e quali, più precisamente, le classi coinvolte?


 
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