È nata una stella: la Casa delle Donne di Milano

Inaugurazione ufficiale e grande festa per l'otto marzo. Le tante donne arrivate protagoniste assolute. Momenti colorati della giornata. Dedicato a chi non c'era.
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donne secchi due
La cerimonia comincia con un gesto emblematico talmente bello da commuovere: un corteo di donne e bambine si avvia con passo ieratico dal Ponte delle Gabelle alla Casa delle Donne, in via Marsala 8, reggendo sul capo un secchio d'acqua. L'andatura è quella ancestrale delle portatrici di orci dei villaggi africani, dei paeselli irrorati da una fonte sorgiva. Ecco il simbolo: qui sorge la Casa della comunità femminile, qui sgorgheranno idee e progetti, qui sarà fecondato il pensiero delle donne.
Al cancello avviene il taglio del nastro, perché si tratta di una inaugurazione ufficiale e non mancano la consigliera provinciale, la vice sindaca, l'assessora della Regione che con la consigliera comunale ha colto le nuove sensibilità cittadine e ha coronato le aspettative della metà del cielo di Milano. La prima a entrare è un'allieva di Terapeutica Artistica dell'Accademia di Brera che indossa il variopinto manufatto "Pelle d’oca", una spettacolare realizzazione scoperta e valorizzata da Annalisa.

L'interno della Casa è un alveare, un brulichio, un continuo va e vieni lungo i corridoi tappezzati da pannelli grafici, adorni di mostre fotografiche e di piante in fiore.
La planimetria rivela la destinazione originaria dello spazio, un tempo sede di una scuola, con corridoi scanditi da aule, talvolta con gli attaccapanni per gli scolari lungo le pareti, persino con la lavagna. Ciascuna ha un nome: stanza delle parole, stanza del cinema, della musica, del ben-essere... In ogni stanza un posto è occupato da un drappo rosso, a testimoniare l'assenza forzata delle vittime di femminicidio.
La palestra è diventata la Piazza, punto focale di questo mulinello d'iniziative.

I flussi di movimento somigliano a fluide correnti d'acqua. Oggi non ci saranno tutte le 1255 iscritte, perché nell'ultimo giorno di Carnevale sono talmente tanti i luoghi di aggregazione e le proposte ludiche a Milano che chi ha bambini sarà di certo altrove a esibire una mascherina in costume. Ma anche qui ci sono, tenuti per mano dalla mamma o addirittura in braccio, spesso con travestimenti colorati. È anche qui la festa.
C'è attesa e interesse per le personalità che graziosamente doneranno il loro tempo, Lella Costa, Ottavia Piccolo, e le si aspetta in allegro trambusto fuori dall'aula dove racconteranno la loro visione della Casa delle Donne. Ma no, è sbagliato chiamarlo trambusto. Le ragazze del servizio d'ordine, eleganti nel completo pantalone rigorosamente nero, sorridono ma non lasciano margine alla confusione.

Ci si incolonna per entrare e chi c'è, c'è. Le escluse per capienza raggiunta e superata troveranno di che sollazzarsi altrove. La scelta è ampia e negli attimi di stanchezza ci si può rifocillare con l'ottimo catering installato in Piazza.

Qualche piccolo avvenimento collaterale crea onde di movimento. Arriva Vittoria in carrozzella, stampelle a portata di mano, non si sa mai servissero ad arrischiare qualche passo. Ma il pienone è tale da sconsigliare una mossa così azzardata. Tuttavia questo arrivo offre l'occasione per inaugurare il montascale elettrico che dal giardino dà accesso all'interno. Una orgogliosa amazzone bionda aziona il comando e Vittoria sale trionfante. Un secondo trionfo si verifica infine al momento di scendere, quando, a mo' di diva dell'avanspettacolo, Vittoria verrà calata sul suo piccolo trono semovente con ruote, solertemente accudita.

Intorno fervono alcune iniziative spontanee. Si gira un video per sollecitare l'attenzione del Parlamento a un equilibrato rapporto di genere nelle nomine politiche. In un angolino in fondo al corridoio sfiliamo in tante davanti a Serena e a Donatella a esclamare con forza: "Dovete ascoltare" riferendosi al video appello per la parità di genere.
(dovete-ascoltare-videoappello-delle-donne-per-la-parita-di-genere).

Chissà quanti rapporti vecchi si sono rinsaldati sabato 8 marzo, chiusura del Carnevale ambrosiano, commemorazione con o senza mimose, apertura ufficiale della Casa delle Donne. E quanti nuovi rapporti saranno nati. Mi scrive Nicoletta Gandus, responsabile legale dell'associazione, che le proposte piccole, medie, grandi arrivano a centinaia e bisogna stabilire criteri di vaglio. Bene bene, avremo tutta la pazienza del mondo, e intanto tesseremo sui nostri telai, meglio di Penelope, ma come lei con duratura tenacia.


Nadia Boaretto

Casa delle Donne


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