Una Casa per tutte

Milano, 18 gennaio 2014, h. 12.00. Puntuali e un po' emozionate, apriamo il portone di via Marsala 8 ed entriamo nella Casa delle Donne.  ()
TESSERA CASA DONNE web
L'atmosfera che ci investe da subito è carica e positiva: l'attesa, questa volta, è davvero finita. Il sogno di molte si è finalmente concretizzato in uno spazio reale, che aspetta solo di essere "riempito" di buoni progetti per vivere di vita propria. E, per oggi, al diavolo, le fatiche e le discussioni che hanno segnato il percorso nato dai Tavoli di lavoro delle donne di Milano (lavoro, salute, spazi). L'importante è che Milano abbia una "sua" Casa delle Donne.

Il fervore nervoso di quante hanno lavorato per aprire alla cittadinanza gli spazi della vecchia scuola Manzoni e promuovere la due giorni di tesseramento a sostegno della Casa delle Donne è palpabile e comprensibile. Ma è un'irrequietezza coinvolgente, carica di significati e di promesse circa la possibilità di rendere questa Casa un bene comune e condiviso.
«La città la merita, è un investimento per il futuro» dice Nicoletta Gandus, una vita in magistratura e, oggi, co-presidente e responsabile legale della Casa.
Nel corso dell'appassionata e affollata conferenza stampa tutta al femminile che sancisce l'apertura ufficiale dello spazio, spetta a lei il compito di tratteggiare le finalità di quella che può essere a buon diritto definita un' "opera collettiva di donne", sognata e voluta per fare rete, favorire gli scambi tra generazioni ed etnie diverse, per dire basta all'isolamento e rispondere alle molteplici esigenze delle donne di ogni origine che abitano e vivono la nostra città.

Ed è proprio di condivisione che parla con grande emozione Stella Okungbowa, mediatrice culturale di origini nigeriane, che invita a mettere in comune esperienze e valori per crescere in consapevolezza.

«Una Casa come questa non è certo il frutto di "vetero" femminismo» precisa con forza Anita Sonego (Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune) ma espressione di un rinnovato vigore creativo e di un nuovo linguaggio politico». Instancabile sostenitrice del progetto che promuove la cittadinanza attiva al femminile, non ha mancato di sottolineare l'apporto prezioso che, a vario titolo, le donne hanno dimostrato di saper dare alla vita della città.
Ed evoca, suscitando un caldo applauso carico di gratitudine, le parole della Presidente cilena Bachelet “Se una donna sola entra in politica, la politica cambia la donna. Ma se tante donne scendono in politica, le donne cambiano la politica”.

La Vicesindaca Ada Lucia De Cesaris non manca di rilevare il significato politico dell'iniziativa. «Dal 2011 la Giunta sta lavorando sui diritti e Milano non poteva più fare a meno di una Casa delle Donne, luogo strategico di confronto e scambio culturale all'insegna dell'inclusione». E dichiara l'appoggio dell'Amministrazione che, dopo aver concesso lo spazio per realizzare il progetto, continuerà a considerarla un’esperienza e un’occasione di arricchimento uniche.  

«La creazione della Casa delle Donne di Milano - interviene Daniela  Benelli, Assessora alla Casa e al Demanio - è un modello positivo dell'integrazione fra Pubblico e Privato che, insieme, hanno saputo creare i presupposti per un progetto con solide basi. Ma è anche la dimostrazione che le donne, all’interno delle istituzioni, fanno la differenza. È stata infatti la collaborazione e la sinergia tra le donne della Giunta, del Consiglio Comunale dei Tavoli di Lavoro per le pari opportunità ad aver permesso di raggiungere questo risultato: un esempio di spazio restituito interamente alla città attraverso le idee, le attività, la progettualità». E, aggiungiamo noi, anche attraverso l'impegno di persone come Lucia Castellano (prima assessore del Comune e ora Consigliera in Regione e presente alla conferenza stampa) che ha individuato l'edificio di via Marsala come luogo deputato e ha fatto da trait d'union con gli uffici tecnici preposti alla regolamentazione degli spazi.

Ma è alle donne di domani che pensa, infine, Francesca Zajczyk (Delegata del Sindaco alle Pari Opportunità), per le quali «la Casa può diventare un punto di riferimento importante, per scoprire o riscoprire il significato dell'essere informate, dello scambio interculturale e della solidarietà al femminile».

Qualche numero e un appuntamento
Tra sabato 18 e domenica 19 sono entrate dal portone di Via Marsala 8 centinaia di donne di tutte le età, tante giovanissime e anche qualche uomo tra cui, a sorpresa, il Sindaco Giuliano Pisapia.
Alla fine si sono tesserate in 555 e la socia più giovane risulta nata nel 1998.
Negli stessi giorni, anche le visite della "casa virtuale" (ovvero la pagina Facebook e il sito www.casadonnemilano.it) hanno registrato un’impennata: oltre 600 like su FB.   
E dopo la due giorni dedicata al tesseramento a sostegno dei progetti (biblioteca, mediateca, laboratori artigianali di sartoria e lavorazione del legno, bar caffetteria, uno "sportello degli sportelli”...) e al mantenimento, la Casa delle Donne sarà ufficialmente aperta da una grande festa prevista l’8 marzo 2014.


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