Philomena

Una storia di sentimenti, abilmente costruita e narrata con una grandissima interprete. C’è da indignarsi e da appassionarsi. Può (forse) bastare. ()
Philomena

Philomena è un buon film di Natale nel senso che è un film buonista dove, molto alla fine, la giustizia e i buoni sentimenti trionfano. Fa un po’ specie però, soprattutto dalle parti nostre, che i cattivi, o meglio le cattive, siano le suorine di un collegio irlandese. Ma andiamo con ordine.

Irlanda, 1952. La giovanissima Philomena è sedotta, abbandonata e scaricata dalla famiglia che la manda a partorire in una sorta di lager gestito da un manipolo di suore cattoliche. Le perfide, che la accusano di avere goduto del proprio corpo, dopo qualche tempo, le strappano il bambino e lo affidano a una coppia americana che se lo porta, amorevolmente, oltre Oceano.

Irlanda, 2002. Philomena, ormai anziana si mette alla ricerca del figlio perduto che, in verità, non aveva mai smesso di cercare, depistata però dalle solite suorine.

Nel suo percorso incontra un giornalista di mezza età, disoccupato, disilluso e cinico quanto basta, che finisce per appassionarsi alla faccenda e accompagna Philomena in un risolutivo viaggio negli States. La verità, cinquant’anni dopo, verrà a galla. Come, scopritelo da soli (giusto per non rovinarvi la, relativa, sorpresa).

Philomena esiste davvero ed è la protagonista del libro “The lost Child of Philomena Lee” di Martin Sixsmith interpretato, nel film, da Steve Coogan, il giornalista detective.

La vera Philomena è anche andata sul set del film e ha vissuto da vicino la trasposizione della sua drammatica vicenda.

La protagonista del film è una bravissima Judi Dench, perfettamente in parte per età, sensibilità e contagiosa umanità. Prestazione da Oscar.

Cosa non funziona allora? Il prevalente tono di commedia, con qualche buffo episodio di troppo, in un dramma a sfondo sociale che ha segnato la vita di migliaia di ragazze colpevoli solo di essere povere e indifese, e poco importa se le suorine andranno all’inferno dopo avere fatto patire l’inferno in vita alle povere ragazze. Un buon film comunque, anzi buonista.

Di Stephen Frears i puristi rimpiangono i tempi di My Beautiful Laundrette e Sammy e Rose vanno a letto. Con Philomena è in linea con i suoi lavori più recenti, ben premiati dal botteghino. Ma tant’è, non si demonizza nulla.

p.s. Ha vinto il premio come migliore sceneggiatura al Festival del cinema di Venezia 2013. C’era di meglio?


Philomena
di Stephen Frears
con Judi Dench, Steve Coogan (anche sceneggiatore)
GB-USA-FRA 2013

In programmazione al Cinema Plinius e all’Arcobaleno Filmcenter

(Massimo Cecconi)



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