I respiri dell’anima

Nello spazio di Macao, ex Macello di viale Molise a Milano, “serata-evento” il 23 novembre scorso, dedicata al tema “La poetica del corpo, il corpo poetico”, organizzata dal Collettivo WSF. Letture di poesie, musica e presentazione della mostra fotografica “Los respiros del alma”, ultimo lavoro della fotografa milanese Donatella D'Angelo, realizzato a quattro mani con il fotografo spagnolo Josè Lasheras. Sempre all’interno del progetto, esposizione delle fotografa Cristina Rizzi Guelfi, con “La fabrique des revês”.

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Il progetto nasce come uno dei primi intenti del Collettivo WSF ("costola” attiva sul campo del sito Words Social Forum - Centro sociale dell’arte, formato a marzo di quest’anno) per fare circolare le arti in ogni loro forma, unendole in modo da dare voce e occhi al soggetto senza perdere l’unicità di ogni artista. “La poetica del corpo” cerca di suggerire una diversa visione del corpo stesso per mezzo di immagini e versi, con lo scopo di far capire l’intensità di un gesto o la compenetrazione con l’arte, scegliendo occhi prevalentemente femminili (ma non solo) e voci maschili (ma non solo), e offrendo al fruitore un “intero” in una sorta di Yin / Yang creativo.

È evidente la convergenza della visione artistica da parte dei due fotografi, in cui il corpo nudo è esposto senza provocazione ed è liberato da qualsiasi intento narcisistico. La fotografia diventa uno strumento formidabile, capace di mostrarci il corpo in una dimensione onirica, in cui è possibile ammirare la naturalezza, la varietà e la bellezza dei movimenti, delle pose e dei gesti.



Le foto della D’Angelo e di Lasheras esprimono qualcosa di profondamente personale e di intimo: emozioni, sentimenti, passioni, disagi, malesseri, ma soprattutto un incontenibile desiderio di espressione, di tensione e di vitalità, attraverso i loro corpi che sembrano spesso “cercarsi” nel movimento e “rimanere uniti” nella quiete.
I due artisti hanno scattato le foto senza pianificare il lavoro, si sono semplicemente lasciati guidare dall’istinto e dall’ispirazione creativa; scattate le foto le hanno “accolte”, senza il bisogno di alcun ritocco.
L’autoritratto fotografico e il nudo rappresentano il frutto di un percorso dove gli autori danno espressione a un linguaggio che unisce il mondo visibile del corpo con quello invisibile dell’anima.



Donatella D’angelo anche in questa occasione, dimostra di essere un’artista di “pancia” e a tale proposito afferma: “comincio in una direzione senza avere la più pallida idea di dove finirò”; Donatella si lancia con grande determinazione, convinzione e coraggio in ogni progetto e percorso, nell’intento di riprendere sempre quel contatto fondamentale con la propria identità e con l’immagine interiore di sé, che scaturisce in modo prorompente, ma anche delicato ed equilibrato dalle sue fotografie. Le fotografie di Donatella e di Josè mai volgari, sono esteticamente pulite. Possono incuriosire, far discutere e suscitare domande; se ciò accade, i due artisti hanno colto nel segno.
E questo è sicuramente avvenuto.

Marco Menna

La mostra itinerante sarà a Torino alla libreria "Belgravia" da fine marzo a fine aprile.
Per informazioni: https://www.facebook.com/WSFcolletcult


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