Brutto episodio
L’ennesimo atto di provocazione omofobica ha colpito questa volta un
ritrovo gay in zona 3. Riceviamo e pubblichiamo considerazioni e
riflessioni sull'episodio da un nostro lettore e Consigliere della
stessa zona.
(Gabriele Antonio Mariani)06/11/2013
Brutto episodio
Una bottiglia piena di urine, con relativi insulti, è stata lanciata da una macchina in corsa contro avventori di un noto locale in Porta Venezia frequentato dalla comunità gay.
Il presidente dell’Arcigay, Marco Mori, ha denunciato «la ricomparsa in pieno centro di episodi omofobici premeditatati come non si vedeva da anni» e li ha definiti «Il prodotto di un retroterra culturale i cui mandanti di queste aggressioni sono noti».
Una chiara denuncia politica. Ma anche un interessante spunto per ampliare il discorso sulla posizione della sinistra nella politica dei diritti partendo proprio dal concetto di mandanti e retro cultura menzionati.
La sinistra, per antonomasia, è garante dei diritti di tutti. Ma è altrettanto vero che negli ultimi anni si assiste a una rallentata rincorsa, rispetto alle politiche europee, sulle strategie e leggi nazionali per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere. E la sinistra nostrana, almeno in parte, si porta appresso alcune contraddizioni.
Se vogliamo, il caso del governatore della Puglia, Nichi Vendola, è emblematico.
La sua dichiarata omosessualità ha subìto da sempre numerosi e frequenti attacchi, non solo dalla destra ma anche da politici teoricamente di ampie vedute come l'assessore renziano Luigi Matattin. Ma, a memoria, non è l'unico.
Un passo avanti, vicino a noi. Siamo a Milano, 2012 con la fumosa e incivile bagarre per l'adozione del registro delle unioni civili: destra e Lega compatte votano contro, 4 consiglieri del Partito Democratico si astengono nonostante nel testo finale, decisamente edulcorato, fosse stato cancellato il termine “famiglia anagrafica” e sostituito con “unione civile“, per rimarcare la differenza tra coppie di fatto e famiglia tradizionale.
Un gesto politico rimarchevole, a mio avviso, quello dei quattro consiglieri del PD milanese e non solo nell'ottica politica di un partito progressista all'interno di un'alleanza di centro-sinistra. Ma purtroppo non l'unico anche a livello istituzionale.
Tutt'altra storia al di là della Manica; nello stesso momento, David Cameron, primo ministro del Regno Unito e leader del Partito Conservatore - e la dice lunga - sosteneva a spada tratta e con calorose parole l'istituzione del matrimonio gay: «Il matrimonio è un grande istituto: aiuta le persone a prendere responsabilità e impegni, a mettere da parte l’egoismo e pensarsi come unione, insieme all’altro. Il matrimonio mi appassiona molto e penso che se funziona per gli eterosessuali come me, funziona per tutti: per questo dovremmo avere i matrimoni gay e per questo li introdurremo». Così è stato.
È quindi da chiedersi, tornando al tema iniziale, se sia giusto attribuire una "responsabilità storica" ai soli partiti di destra. Non si rischia, generalizzando e semplificando l’attribuzione delle colpe, di evitare di mettere mano in modo serio, chiaro e coerente anche a casa nostra?
Una domanda, un sasso lanciato nello stagno.
L'argomento meriterebbe ben altre analisi, gli esempi riportati sono pochi, ma sintomatici di un malessere di una componente della sinistra tutto italiano.
Bisogna virare alla grande, ma sostanzialmente è necessario in primis che le scelte in tema di diritti debbano essere promosse e sostenute con determinazione e in maniera univoca all'interno di tutti i partiti di sinistra. Nessuno escluso. Questo è solo l'inizio ma unica possibilità per avviare una strategia comune, un reale cambiamento e non solo culturale nel nostro paese.
Omofobia docet.
Gabriele Antonio Mariani
Consigliere Zona 3 Milano
Una bottiglia piena di urine, con relativi insulti, è stata lanciata da una macchina in corsa contro avventori di un noto locale in Porta Venezia frequentato dalla comunità gay.
Il presidente dell’Arcigay, Marco Mori, ha denunciato «la ricomparsa in pieno centro di episodi omofobici premeditatati come non si vedeva da anni» e li ha definiti «Il prodotto di un retroterra culturale i cui mandanti di queste aggressioni sono noti».
Una chiara denuncia politica. Ma anche un interessante spunto per ampliare il discorso sulla posizione della sinistra nella politica dei diritti partendo proprio dal concetto di mandanti e retro cultura menzionati.
La sinistra, per antonomasia, è garante dei diritti di tutti. Ma è altrettanto vero che negli ultimi anni si assiste a una rallentata rincorsa, rispetto alle politiche europee, sulle strategie e leggi nazionali per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere. E la sinistra nostrana, almeno in parte, si porta appresso alcune contraddizioni.
Se vogliamo, il caso del governatore della Puglia, Nichi Vendola, è emblematico.
La sua dichiarata omosessualità ha subìto da sempre numerosi e frequenti attacchi, non solo dalla destra ma anche da politici teoricamente di ampie vedute come l'assessore renziano Luigi Matattin. Ma, a memoria, non è l'unico.
Un passo avanti, vicino a noi. Siamo a Milano, 2012 con la fumosa e incivile bagarre per l'adozione del registro delle unioni civili: destra e Lega compatte votano contro, 4 consiglieri del Partito Democratico si astengono nonostante nel testo finale, decisamente edulcorato, fosse stato cancellato il termine “famiglia anagrafica” e sostituito con “unione civile“, per rimarcare la differenza tra coppie di fatto e famiglia tradizionale.
Un gesto politico rimarchevole, a mio avviso, quello dei quattro consiglieri del PD milanese e non solo nell'ottica politica di un partito progressista all'interno di un'alleanza di centro-sinistra. Ma purtroppo non l'unico anche a livello istituzionale.
Tutt'altra storia al di là della Manica; nello stesso momento, David Cameron, primo ministro del Regno Unito e leader del Partito Conservatore - e la dice lunga - sosteneva a spada tratta e con calorose parole l'istituzione del matrimonio gay: «Il matrimonio è un grande istituto: aiuta le persone a prendere responsabilità e impegni, a mettere da parte l’egoismo e pensarsi come unione, insieme all’altro. Il matrimonio mi appassiona molto e penso che se funziona per gli eterosessuali come me, funziona per tutti: per questo dovremmo avere i matrimoni gay e per questo li introdurremo». Così è stato.
È quindi da chiedersi, tornando al tema iniziale, se sia giusto attribuire una "responsabilità storica" ai soli partiti di destra. Non si rischia, generalizzando e semplificando l’attribuzione delle colpe, di evitare di mettere mano in modo serio, chiaro e coerente anche a casa nostra?
Una domanda, un sasso lanciato nello stagno.
L'argomento meriterebbe ben altre analisi, gli esempi riportati sono pochi, ma sintomatici di un malessere di una componente della sinistra tutto italiano.
Bisogna virare alla grande, ma sostanzialmente è necessario in primis che le scelte in tema di diritti debbano essere promosse e sostenute con determinazione e in maniera univoca all'interno di tutti i partiti di sinistra. Nessuno escluso. Questo è solo l'inizio ma unica possibilità per avviare una strategia comune, un reale cambiamento e non solo culturale nel nostro paese.
Omofobia docet.
Gabriele Antonio Mariani
Consigliere Zona 3 Milano
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