Al cinema al cinema: Zoran, il mio nipote scemo

Divertente esordio cinematografico di Matteo Oleotto con la sgangherata coppia Giuseppe Battiston e Rok Presnikar. Si sorride e si ride, con intelligenza s’intende.


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Zoran il mio nipote scemo film 5665

Mentre nei cinema del regno impazza Che/Cozzalone con milioni di spettatori estasiati dal suo “risibile” personaggio, siamo alla vana ricerca di buoni/decenti film in programmazione nella nostra zona che valgano la pena di andarci…a piedi.

La ricerca è frustrata dalla programmazione dei vari Plinius e Arcobaleno dove dominano, ça va sans dire, “Sole a catinelle” e altre pellicole di intrattenimento puro nei confronti delle quali, ben inteso, non abbiano acrimonia alcuna. Ci limitiamo solo a non andarle a vedere.

Avendo già dato, il giornale, ampio risalto a “La vita di Adele” che è film robusto, ben raccontato con dovizia di particolari intimi, eccoci a pascolare fuori dal recinto e proporvi, giusto per non apparire con la puzza al naso, un film leggero leggero come un calice di Prosecco.

Anteo e Arlecchino, facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici, programmano Zoran, il mionipote scemo, opera prima di Matteo Oleotto che è film “spiritoso” intriso com’è di fumi alcolici e mentali.

Un film di territorio, ambientato in quel fortunato lembo di terra della provincia di Gorizia che confina con la ex Iugo e produce alcuni dei vini più buoni del mondo. I paesaggi sono morbidi e rilassanti, un po’ meno morbido il protagonista tale Paolo Bressan interpretato dal gigante buono Giuseppe Battiston che qui tanto buono non è. Anzi è carogna, ubriacone, bugiardo, infingardo, mellifluo e anche un po’ bastardo, quasi un Alberto Sordi friulano.

Con lui sulla scena uno strepitoso Rok Presnikar, giovane naif sloveno molto “ingenuo” con guizzi di intelligenza negli occhi, che ha imparato la lingua italiana leggendo opere di autori giuliano/dalmati non certo di primordine.

Tra i due personaggi si stabilisce un feeling perverso, in senso buono, che li costringe a respingersi e a ritrovarsi sino ad un lieto fine che può anche starci, ma anche no.

Con loro alcuni attori di livello eccellente come Teco Celio e Roberto Citran che giusto recentemente era a Milano al Teatro della Cooperativa impegnato nell’intenso monologo “Nel nome del padre” di Claudio Fava.

Si ride e ci si diverte con intelligenza, sembra persino di respirare gli effluvi di vino emanati dalle botti delle osterie di campagna o esalati dai corpi degli avventori di quei luoghi di culto assoluto.

Zoran, che lo “zio” Battiston chiama Zagor, è personaggio stralunato ai limiti della cura che possiede però una dote segreta che vi invitiamo ad andare a scoprire al cinema.

Buon brindisi.

Zoran, il mio nipote scemo
di Matteo Oleotto
con Giuseppe Battiston, Rok Presnikar, Teco Celio, Roberto Citran
Italia,Slovenia 2013

(Massimo Cecconi)


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