Al cinema al cinema: Gloria

Gloria di Sebastian Lelio racconta una figura femminile che fa discutere per la sua amara voglia di vivere, oltre e dentro le convenzioni. Da vedere per parlarne.

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Gloria

Gloria è una bella signora ultra cinquantenne che vive e lavora a Santiago del Cile, ma potrebbe vivere e lavorare in una città qualsiasi dell’Europa o delle Americhe.

Gloria è affamata (e assetata) di vita dopo aver lasciato il marito una dozzina di anni prima. Frequenta luoghi di divertimento (balere, bar…) alla ricerca di compagnia maschile, anche per una notte. Frequenta anche i due figli ormai grandi alle prese con le loro storie in cui lei interferisce poco o nulla. Conosce un uomo, più anziano di lei, con cui stabilisce un feeling senza capire però fino a che punto quest’uomo può spingersi, così attaccato com’è alle giovani figlie che hanno bisogno di sostegno e non ancora affrancato dalla moglie lasciata da poco.


Gloria, il film, racconta una piccola signora moderatamente indegna, per fare il verso a un bel film di tanti anni fa, in cui una donna tutta sola (altra citazione, sic!) si misura con le sue pulsioni e con le sue amarezze per riafferrare un benessere (nel senso di stare bene) che ha perso da tempo o che, addirittura, non ha mai posseduto. Gloria, la protagonista, è una piccola donna piena di contraddizioni che insegue una propria idea, forse fallace, di felicità, e ne subisce tutte le conseguenze, anche le più spiacevoli.

Intorno a lei si muovono uomini perdenti, l’ex marito perenne adolescente, il nuovo compagno, che non sa o non vuole decidere da che parte e con chi stare, lo stesso figlio a sua volta abbandonato dalla moglie.

Film a tratti lento, ricco di brani musicali che la stessa Gloria spesso cointerpreta quando è alla guida della sua automobile, pervaso da sottile malinconia, merita attenzione perché coinvolge nella discussione e si presta a interpretazioni contrastanti. Brava in credibilità umana l’attrice Paulina Garcia che, non a caso, ha vinto per la sua interpretazione l’Orso d’argento al Festival di Berlino.

Nel finale, evitati gli eccessi del dramma, Gloria (“manchi tu nell’aria”?) balla sulle parole dell’omonima canzone di Fausto Tozzi, ancorché in versione spagnola.

Gloria che beve, fuma roba, fa all’amore, si rifiuta di diventare adulta. E’ un modo come un altro di prendere la vita.

Nei migliori cinema della città, come si diceva un tempo.


Gloria
regia di Sebastian Lelio
con Paulina Garcia, Sergio Hernandez
Cile-Spagna 2013

(Massimo Cecconi)


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