Andar per mostre: The Visitors

Piccola divagazione urbana per rendere conto di una mostra unica e preziosa presso HangarBicocca. Una video installazione perfetta che coniuga poesia e musica, cinema e arte. Da brividi.


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L’HangarBicocca, ancorché collocato in una periferia ormai postindustriale, è un luogo incantato dove accadono cose che definire belle e importanti è riduttivo.

Già il fatto che ospiti in permanenzaI sette palazzi celesti di Anselm Kiefer è una meraviglia che merita maggiore e più frequentata conoscenza.

Le torri di Kiefer, inquietanti/rassicuranti, inserite nella rarefazione di un vecchio hangar industriale danno un’immagine unica dell’arte contemporanea, una dimostrazione forte e irripetibile del rapporto dialogante tra modernità e tradizione.

La mostra che HangarBicocca ospita sino al 17 novembre è una strepitosa installazione in cui l’autore islandese Ragnar Kjartansson rende visiva una sublime sessione musicale interpretata da straordinari musicisti suoi complici e sodali, tra i migliori (Sigur Ròs e Mùm) della scena islandese.

Kjartansson è un giovane signore di 37 anni già molto noto nel mondo dell’arte per le sue raffinate ricerche di linguaggi e immagini. Con The Visitors compie un autentico, raro miracolo di sintesi perfetta tra poesia, visioni e musica.

Adeguatamente inserita negli spazi dell’Hangar, l’installazione consta di nove grandi schermi su cui, in azione contemporanea, operano otto musicisti, tra cui lo stesso Ragnar Kjartansson che offre la sua performance alla chitarra e alla voce immerso in un’antica vasca da bagno.

I musicisti suonano con strumenti diversi (pianoforti, violoncello, batteria, fisarmonica, chitarre, banjo) e cantano una melodia ripetitiva e coinvolgente composta da Kjartansson che accompagna il testo poetico Feminine Ways di Asdis Sif Gunnarsdottir, il cui ritornello recita: “Once again i fall into/My feminine ways”.

Gli artisti interagiscono in sincrono tra di loro, ognuno nella sua stanza, in un concerto che si svolge negli spazi un po’ decadenti (cucina, bagno, biblioteca, studio, camera da letto…) di una grande residenza ottocentesca di proprietà degli Astor, aristocratica famiglia americana, a Rokeby nell’Upstate New York, per riunirsi a brindare, nel prefinale, in un’unica stanza della dimora e poi, nel finale, per comporre un corteo che dalla casa si muove e si perde nella campagna circostante.

Il titolo della mostra prende in prestito, per riconoscenza e affinità con l’autore, il titolo dell’ultimo album degli Abba (1981) ribaltandone però, attraverso l’amicizia e la complicità dei protagonisti dell’installazione, il profondo pessimismo del disco.

Le immagini sono fotografate con una patina crepuscolare e sono state realizzate sfruttando le luci esterne del tramonto secondo la logica di “buona la prima” che rende appunto la performance unica e irripetibile.

Al momento della visita, una domenica mattina, erano presenti molte famiglie con bambini piccoli, anche loro assolutamente affascinati dall’insieme magico di sensazioni diversamente e univocamente coinvolgenti. Un’autentica esperienza dei sensi.

Buon segno, grazie agli organizzatori, che l’ingresso sia libero.

Per saperne di più e vedere materiali audio e video ci si può connettere a www.hangarbicocca.org

Non fatevi prendere dalla pigrizia, questa mostra vale abbondantemente il viaggio. Preparatevi alla commozione.


 

Ragnar Kjartansson
The Visitors

A cura di Andrea Lissoni e Heike Munder

HangarBicocca
Via Chiese,2

(Massimo Cecconi)





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Re: Andar per mostre: The Visitors
30/09/2013 Luciana
Confermo: visionario e da brividi. Un'esperienza sensoriale davvero unica in un luogo (l'Hangar Bicocca) perfetto.


 
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