A teatro a teatro: In Exitu

Un tempo i teatri chiudevano i battenti già alla fine del mese di maggio, se non prima. Ora il Teatro OutOff propone, alla fine di giugno, una rivisitazione importante di In Exitu di Giovanni Testori. L’impatto è forte.
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In exitu Testori WEB
Ci vuole del coraggio per riportare in scena, venticinque anni dopo, In Exitu, un testo in prosa di Giovanni Testori tramutatosi in teatro grazie a Franco Branciaroli che ne fu il primo e forse insuperato/insuperabile interprete.
L’edizione di quell’anno si collocava lungo gli scaloni maleodoranti della Stazione Centrale di Milano, luogo ideale per inscenare tutte le bassezze, tutte le sublimità umane.

Giovanni Testori scrive In Exitu probabilmente in preda a un furore totale contro il perbenismo della società di allora (non a caso “la Milano da bere”), che ha dimenticato se non abbandonato qualsiasi anelito di solidarietà umana e civile.
Il protagonista è tale Riboldi Gino, tossico marchettaro, un ragazzo di vita di estrazione operaia che vaneggia in un linguaggio arcaico, tra il colto e il profano, il suo malessere di persona ai margini, di irrimediabile perdente. Lo spettacolo sublima le ultime ore dell’uomo, destinato ad una morte annunciata in un lurido cesso della stazione.

Testori è come suggestionato dal personaggio, vi si riconosce nella dolente manifestazione e ne tenta il riscatto lui che era omossessuale cattolico scomodo, soprattutto a se stesso.
La carne si fa verbo e si avvia al massacro.
Venticinque anni dopo, appunto. Lorenzo Loris porta in scena all’OutOff una nuova versione del dramma e sfrutta al meglio l’idea di sdoppiare il Riboldi Gino, sulla scena scarna, accecata da qualche luce radente. Il Riboldi ora sono due ragazzi empatici con la barba che interpretano un coro dolente, che si specchiano in se stessi, che si rotolano sotto la minaccia incombente di una goccia che cade dall’alto e li penetra sino alle ossa.

Ma Riboldi Gino era già più che maturo nel 1988, ora risulta probabilmente  fuori età con il suo linguaggio aulico dove il latino non si parla più da secoli e il milanese/lombardo non lo parla più nessuno, tanto meno un marchettaro tossico. Allora il linguaggio fece scalpore, il testo contiene parole di vita tremende invischiate in una forzata trascendenza che si prostra alla “debil luce”.

Giovanni Testori, e per lui Riboldi Gino, rinnega il mondo degli uomini e esalta Dio, il trascendente, cercando lì la sua definitiva liberazione.
Ci vuole coraggio, in questo torrido giugno, a riproporre un’opera che malgrado la regia e gli interpreti sa ormai un po’ di antico.
Altrettanto evidente la contiguità con le tematiche di Pasolini di cui Testori ereditò il testimone sulle pagine del Corriere della sera, ma ancora una volta, sono passati molti anni.
Bravi gli attori anche nelle loro acerbità, Lorenzo Loris in scena si ripropone nel ruolo di narratore/scriba.
Per l’occasione sono previsti, prima delle repliche, dibattiti e incontri secondo il calendario consultabile in rete su www.teatrooutoff.it

In scena sino al 30 giugno.

In Exitu
di Giovanni Testori
regia Lorenzo Loris
con Angelo Di Genio e Alessandro Tedeschi


Massimo Cecconi

Nella foto: Angelo di Genio e Alessandro Tedeschi. FOTO Dorkin

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