A teatro e al cinema…a piedi: Nome di battaglia Lia

Storie di “ordinaria” Resistenza in quel di Niguarda per un cavallo di battaglia del Teatro della Cooperativa ospite del Teatro Elfo Puccini sino al 1 maggio. Assolutamente da vedere/rivedere. ()
nomedibattaglialia web
Lia si chiamava Gina Galeotti Bianchi. Muore il 24 aprile del 1945, giorno della Liberazione di Niguarda, per mitraglia di nazista in fuga. Stava pedalando sulla sua bicicletta, un simbolo assoluto della Resistenza urbana. Era incinta di otto mesi. Prima del tragico epilogo, Gina Galeotti aveva interpretato da protagonista la resistenza all’invasore tedesco e al suo alleato fascista in un quartiere di Milano che, per tradizione, ha sempre prediletto il colore rosso.
Nome di battaglia Lia mette in scena da oltre dieci anni la normalità della Resistenza, quella delle piccole storie quotidiane, di uomini e, soprattutto, di donne che, giorno dopo giorno, si opposero all’oppressore con piccole attività e con piccoli gesti, utilissimi però.
Distribuire volantini e parole d’ordine, trasportare armi smontate e avvolte in fazzoletti da cucina, soccorrere presso il vicino ospedale le vittime dei fascisti. Cose così, spesso trascurate dalla grande storia che danno però, alla grande storia, un senso compiuto.
Renato Sarti ha rielaborato drammaturgicamente storie vere, basate su testimonianze raccolte sul campo, in uno dei quartieri di Milano che durante la Resistenza seppe esprimere tutta la sua straordinaria forza nella ribellione al fascismo e al nazismo.
Con lui sul palco, Marta Marangoni e Rossana Mola interpretato le mille voci e i mille volti di tutte quelle donne che nelle case popolari, nei cortili, nelle strade di Niguarda seppero dare un senso compiuto, appunto, a fatti storici incontrovertibili con episodi di eroismo vero mascherati da quotidiana (r)esistenza.
A quasi settant’anni di distanza, la memoria rischia di perdersi anche perché i protagonisti di quei giorni ormai non ci sono più. Ottimo quindi il lavoro tenace del Teatro della Cooperativa che non intende smarrire il senso della storia e delle sue conseguenze. Come dire, fuori di retorica, “ora e sempre Resistenza”. Affermazione perfetta per questi nostri tristi giorni.
Chiude lo spettacolo l’immagine proiettata del bellissimo sorriso di Gina Galeotti Bianchi, nome di battaglia Lia. Grazie.

Nome di battaglia Lia
testo e regia Renato Sarti
con Marta Marangoni, Rossana Mola, Renato Sarti
musiche originali  Carlo Boccadoro
produzione Teatro della Cooperativa

In scena in Sala Shakespeare del Teatro Elfo Puccini sino al 1 maggio

Massimo Ceccon


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