Alienazione parentale, sindrome disconosciuta da clinici e giudici

«L'ipotesi della Sindrome di alienazione parentale (Pas) necessita di un conforto scientifico» senza il quale vi è il pericolo «di adottare soluzioni potenzialmente produttive di danni ancor più gravi di quelli che teorie non rigorosamente verificate pretendono di scongiurare».

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pas sindrome web
Così si è espressa la Corte di Cassazione sul recente caso del bambino di Padova; una sentenza per cui ha espresso soddisfazione la Società italiana di pediatria (Sip).
La sindrome è stata descritta nel 1985 dal medico Usa Richard Gardner come una grave condizione psichiatrica che affligge madre e bambino nelle cause di separazione e/o divorzio: la madre, volendo rompere la relazione padre/figlio, denigra l'ex marito coinvolgendo il bambino in un conflitto contro il padre. La terapia prevede un provvedimento giudiziario di sospensione dell'affidamento alla madre e l'ordine di una psicoterapia per entrambi.

«Innanzitutto non esiste alcuna evidenza che un procedimento giudiziario possa determinare una sindrome psichiatrica» afferma Maria Serenella Pignotti, pediatra e medico-legale.
«Inoltre si diagnostica alla madre la Pas basandosi sull'esame dei figli e si prescrive un trattamento ai bambini basato sull'esame delle madri. Trattamento che, invece di risolvere o alleviare il quadro clinico, è pura coercizione: imposizione di astenersi dal dare giudizi negativi sul padre, forzando il bambino ad agire in modo da dimostrare affetto. Un comportamento ottenuto con la minaccia continua di separare madre e bambino, fino ad interromperne ogni contatto».

Del resto, sottolinea Giovanni Corsello, presidente Sip «la Pas non è riconosciuta dalla letteratura scientifica di riferimento e non è inclusa nel Dsm né nell'Icd» e «la comunità scientifica si è già pronunciata contro l'uso improprio della Pas nelle sofferte e spesso laceranti controversie per l'affidamento dei figli»; occorre sempre indirizzare gli sforzi alla tutela del rapporto madre/bambino e dell'intera famiglia e «se i bambini soffrono per il divorzio dei genitori non devono essere etichettati con patologie ma ascoltati, non obbligati ma aiutati».

Da: Pediatria33, 08-04-2013

Fonte della foto in apertura: http://www.chiaralalli.com

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