A teatro a teatro: Ritter, Dene, Voss

Un piccolo viaggio per raggiungere il Teatro della Cooperativa e godervi lo spettacolo di un grottesco dramma familiare consumato en travesti. ()
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Spingiamoci una volta tanto fuori Porta Renza o Orientale che dir si voglia  (ma ne abbiamo buon motivo) per raggiungere, attraverso un breve viaggio urbano, Niguarda, un antico borgo autonomo annesso definitivamente a Milano nel 1923. Niguarda conserva ancora, almeno in parte, la struttura di paese con le sue tradizioni e la sua storia. Eroica e gloriosa quella legata alla Resistenza.

La meta è il Teatro della Cooperativa, un coraggioso progetto culturale di periferia diretto da Renato Sarti di cui ci siamo già occupati essendo un abitante illustre della nostra zona (e questo è già un buon motivo). In scena, sino al 3 marzo, un’opera teatrale tra le più stranianti e provocanti.

Dicasi di Ritter, Dene, Voss la cui drammaturgia si deve alla penna velenosa e caustica di Thomas Bernhard, intellettuale scomodissimo, uno degli interpreti più eccentrici del Secolo Breve.
Sul palco si assiste al dilaniante rapporto familiare di tre fratelli, o meglio due sorelle e un fratello, che non si risparmiano alcuna nefandezza reciproca. Sullo sfondo, la decadente borghesia mitteleuropea, matrice e nutrice dei turbamenti esistenziali dei tre protagonisti.
Nella figura maschile, sembra si celi, almeno in parte, la tormentata esistenza del filosofo Ludwig Wittgenstein a cui si deve il Tractatus logico-philosphicus,  opera somma del pensiero del ‘900.
Bernhard evidenzia i limiti della famiglia borghese, in cui si consumano rapporti incestuosi e possessivi che assumono risvolti grotteschi anche grazie alla distribuzione delle parti.
Il titolo del dramma che, come ricorda Renato Sarti nelle sue note di regia sembra riecheggiare l’inizio di una filastrocca, non è nient’altro che l’utilizzo del cognome dei primi tre attori tedeschi che hanno portato in scena l’opera. In questo caso, i componenti (maschi) dello storico gruppo teatrale Filarmonica Clown, per una precisa e illuminante scelta di regia, si misurano anche con le parti femminili, creando un effetto ancora più straniante e grottesco, appunto.
Carlo Rossi, perfettamente folgorato da un’autentica vena di follia, interpreta Ludwig, Piero Lenardon dona ampie forme alla materna sorella maggiore, mentre Valerio Bongiorno mostra impudicamente il suo grottesco lato femminile nella parte della sorella minore.
La regia di Renato Sarti conduce con rigore le danze sul filo di una surreale comicità tragica.
La scenografia essenziale si divide tra una tavola imbandita e una incombente galleria di quadri di famiglia su cui si sfoga la vena iconoclasta di Ludwig.
Andate fiduciosi al Teatro della Cooperativa. Ritter, Dene, Voss ve ne darà un ottimo motivo.

Ritter, Dene, Voss
di Thomas Bernhard
regia di Renato Sarti
con Carlo Rossi, Valerio Bongiorno, Piero Lenardon

In scena al Teatro della Cooperativa sino al 3 marzo.

Massimo Cecconi

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