Dati sulle Donne

All’incontro del 17 novembre hanno partecipato Adriana Nannicini, Camilla Mian, Elena Corsi, Marina Piazza, Lucilla Tempesti, Francesca Montemagno, Elisabetta Spaini. La discussione è stata molto ricca e si sono focalizzate alcune proposte che saranno discusse con la Presidente della C.P.O. Sonego e saranno condivise con il gruppo del tavolo lavoro e con gli altri “tavoli”.

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Si è considerata l’ipotesi di partenza sull’esigenza di dare visibilità alla presenza delle donne come lavoratrici nelle varie forme e declinazioni che ad oggi questa “identità” può assumere, visibilità presso gli stakeholders e, forse ancor più rilevante, presso le altre donne e le nostre associazioni. Infatti ci sembra che si possa dire che le donne non conoscono i dati che le riguardano e utilizzano molto interpretazioni derivate da luoghi comuni per descrivere la propria situazione.

Esistono le ricerche e i dati (descritte da  Corsi e Tommasi). Il Rapporto della Provincia sul Mercato del Lavoro esce tutti gli anni, nel 2010 è stato redatto un contributo specifico su “Donne a Milano” a partire dall’item: “Città di Milano come attrattore di lavoro in tempi di crisi”. Quel report ha raccolto dati di tipo amministrativo su età, settore, qualifica, ma si tratta di dati quantitativi non qualitativi, quindi insufficienti a dar pienamente conto della situazione.

Il Comune di Milano ha un Ufficio Statistico, ma sui dati relativi al lavoro non ha titolarità, i dati appartengono ai Centri per l’impiego che sono Provincia.

Alcuni flash, del tutto improvvisati, su quel report:
- molte donne che lavorano a Milano provengono da fuori comune;
- assunzioni anche a livelli alti;
- corrispondenza tra titolo di studio e occupazione;
- grande crescita dell’occupazione nei settori “poveri” (commercio e ristorazione)- giovani e donne;
- dato inquietante è la durata dell’occupazione: ingressi 134.000, giorni lavorati in 1 anno = 60!!!

Sarebbe interessante sviluppare un’analisi qualitativa e una mappatura anche delle associazioni, una indagine completa che possa contribuire a definire delle linee guida di azione da parte del Comune.

Realizzare una prima analisi qualitativa potrebbe essere fatto attraverso modalità partecipative e coinvolgenti di donne che vogliano partecipare, sia con interviste, focus groups e questionari, e con una restituzione pubblica (progetto da definire)

Un altro output come segnale da dare alla cittadinanza e a costo zero è il copia/incolla delle iniziative sul sito del Comune, in cui anche chi è funzionario veda i dati aggiornati sul lavoro delle donne. Bisogna implementare una lettura dei dati più condivisa e consapevole a partire dal fornire e costruire una basedati, con una infografica utile alla diffusione, bisogna anche elaborare e offrire una lettura interpretativa dei dati quantitativi.

Una basedati di qualità come strumento principe della modernizzazione delle politiche verso le donne; offre la giustificazione numerica delle richieste che si presentano; bisogna anche sviluppare linee di ricerca, cercare fonti di finanziamento.

In sintesi  
Il Comune di Milano chiede ufficialmente i dati alla provincia
Si elabora un piccolo progetto per sostenere questa richiesta (Elena Corsi)
Filoni di ricerca: precariato-coworking
Monitoraggio di genere sulle iniziative dell’Assessorato del Lavoro-Ricerca-Università
Sito Comune con area gender
Ricerca qualitativa partecipata


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