A teatro e al cinema…a piedi: The Master
Psicologie contorte e sette “filosofiche” in un delirio di parole spesso senza senso. Grandissimi attori, premiati al Festival di Venezia, nell’ultimo film di Paul Thomas Anderson.
(Massimo Cecconi )13/01/2013
Fine della Seconda Guerra Mondiale. Mettiamo che un marinaio in crisi (forse non solo per lo stress della guerra) si imbottisca di micidiali miscele di liquidi (non solo liquori) e dia segni di squilibrio. Mettiamo che incontri una sorta di santone, filosofo esoterico, canterino che va in giro per gli USA a predicare una nuova verità rilevata.
Ecco che si manifesta l’incontro/scontro tra una psicosi e un’ossessione, in cui le parti si intersecano e spesso si invertono. Il marinaio bislacco diventa un’attrazione nella corte dei miracoli del santone impegnato a predicare il suo credo (non senza interessi economici) tra la buona borghesia di Philadelfia e di NewYork.
Il film racconta lo sviluppo di questo incontro, le tensioni, le reciproche attribuzioni di instabilità emotiva dei due protagonisti. Il Maestro, stupendamente interpretato da Philip Seymour Hoffman, che sempre più richiama non per la stazza ma per l’autorevolezza Orson Welles, è esplicitamente ispirato alla figura di L.Ron Hubbard, ieratico fondatore di Scientology, setta che ancora oggi rappresenta un polo di potere negli Stati Uniti e non solo.
Joaquin Phoenix, inquietante e straordinariamente contorto anche nel fisico, incarna le perturbazioni mentali del marinaio. Ottimo coro poi di mogli, figli e amanti che normalizzano, con qualche fremito di audacia, la scena del racconto. Il risultato? Confuso, verboso, ripetitivo.
Finale, come suol dirsi, aperto. Attori bravissimi, fin troppo. Spettatori sotto lo schermo: perplessi.
Paul Thomas Anderson ci riprova dopo il sulfureo Il petroliere e il visionario Magnolia nel cui finale, come si ricorderà, piovono rane dal cielo.
The Master
di Paul Thomas Anderson
USA 2012
con Philip Seymour Hoffman, Joaquin Phoenix, Laura Dern, Amy Adams
In programmazione al cinema Arcobaleno
Massimo Cecconi
Ecco che si manifesta l’incontro/scontro tra una psicosi e un’ossessione, in cui le parti si intersecano e spesso si invertono. Il marinaio bislacco diventa un’attrazione nella corte dei miracoli del santone impegnato a predicare il suo credo (non senza interessi economici) tra la buona borghesia di Philadelfia e di NewYork.
Il film racconta lo sviluppo di questo incontro, le tensioni, le reciproche attribuzioni di instabilità emotiva dei due protagonisti. Il Maestro, stupendamente interpretato da Philip Seymour Hoffman, che sempre più richiama non per la stazza ma per l’autorevolezza Orson Welles, è esplicitamente ispirato alla figura di L.Ron Hubbard, ieratico fondatore di Scientology, setta che ancora oggi rappresenta un polo di potere negli Stati Uniti e non solo.
Joaquin Phoenix, inquietante e straordinariamente contorto anche nel fisico, incarna le perturbazioni mentali del marinaio. Ottimo coro poi di mogli, figli e amanti che normalizzano, con qualche fremito di audacia, la scena del racconto. Il risultato? Confuso, verboso, ripetitivo.
Finale, come suol dirsi, aperto. Attori bravissimi, fin troppo. Spettatori sotto lo schermo: perplessi.
Paul Thomas Anderson ci riprova dopo il sulfureo Il petroliere e il visionario Magnolia nel cui finale, come si ricorderà, piovono rane dal cielo.
The Master
di Paul Thomas Anderson
USA 2012
con Philip Seymour Hoffman, Joaquin Phoenix, Laura Dern, Amy Adams
In programmazione al cinema Arcobaleno
Massimo Cecconi
