Una lunga storia di donne

Da 112 anni l'Unione Femminile Nazionale è presente e vitale a Milano. Questa associazione di donne "illuminate", attraversando la storia e le tante crisi sociali e politiche, è giunta ai nostri giorni con lo stesso spirito che, nella Milano di fine secolo XIX, la videro nascere come insieme di più associazioni d'ispirazione socialista, al fine di coordinare un disegno comune.

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Una storia, quella dell'Unione Femminile Nazionale, ricordata martedì 13 dicembre durante la presentazione del libretto "Guardiamo i passi fatti e andiamo avanti" di Angela M. Stevani Colantoni, che si è svolta presso il centro in corso di Porta Nuova, antica sede donata da due ricche benefattrici inglesi che credevano nella necessità di riscatto sociale delle donne e nella parità dei diritti.

In un paese così arcaico da conservare norme giuridiche come l'autorizzazione maritale, le intellettuali della borghesia milanese si organizzarono per incrementare la formazione culturale e professionale delle bambine: nacque la scuola domenicale dell'Umanitaria, dove le “piccinine” (bambine che consegnavano le cappelliere delle modiste alle signore) imparavano computisteria e altre nozioni per migliorare la propria vita lavorativa. La formazione scolastica era considerata indispensabile per creare la consapevolezza di sé, come strumento per l'inserimento delle donne nel mondo del lavoro e per il riscatto sociale, per migliorare non solo la condizione femminile ma la società stessa.

Per raggiungere questo ideale di giustizia e uguaglianza, Ersilia Majno, Nina Rignano e Jole Bersellini fondarono l'Unione Femminile Nazionale quando avvenne lo scioglimento delle associazioni femminili operaie da parte dell'autorità, dopo i tumulti per il caro pane. Nelle loro proposte legislative a tutela della formazione, del lavoro femminile, della maternità e della parità dei diritti, le donne dell'Unione si mostrarono più progressiste dello stesso Partito Socialista.

A tutt'oggi la questione femminile rimane ancora irrisolta a volte sospesa: la storia insegna che ci possono essere dei rallentamenti ma il progresso delle donne non può e non deve essere arrestato.

Oggi l'Unione Femminile Nazionale continua il proprio lavoro ad ampio raggio con il “Circolo Filippo Buonarroti”, organizzando conferenze, uno sportello legale e iniziative al femminile, perché, sottolinea, «occorre coltivare dei semi e non precludere la speranza della possibilità di giustizia e uguaglianza».

Maria Pellegrini 
Comitato di Zona 3


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Re: Una lunga storia di donne
26/12/2011


 
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