Democrazia paritaria: il 50 e 50 alle prossime elezioni

Accordo di azione comune per la democrazia paritaria. Lettera Aperta ai partiti e movimenti politici nella prospettiva delle prossime elezioni. ()
suffragette bella
È molto viva nel paese l’esigenza di un forte rinnovamento della “politica”, unita purtroppo a una disaffezione al voto e a una critica generalizzata agli esponenti politici. Non v’è dubbio che le donne hanno un diritto imprescindibile a una rappresentanza che rifletta il loro ruolo nella società attuale, alla quale partecipano a tutti i livelli e in tutti gli aspetti, anche se la politica le tiene troppo spesso fuori dai luoghi decisionali. Inoltre, le donne si sono rivelate meno coinvolte nelle pratiche di scambio e di corruzione sempre più diffuse. Per il duplice lavoro sia nel mondo professionale sia nella cura e educazione dei figli, sono portatrici di un diverso punto di vista sul mondo del lavoro, sui bisogni delle famiglie, sulla emarginazione dei giovani, più in generale sui problemi che oggi angustiano la comunità sociale, essenziali per salvare la convivenza civile e ridisegnare una società a misura di donne e di uomini, che promuova salute, cultura, relazioni pacifiche, qualità della vita, godimento dei diritti.
 
Più donne nella politica e nelle istituzioni significa dunque di per sé un loro profondo rinnovamento e un maggiore interesse del cittadino nei confronti della res pubblica.
 
Per queste ragioni le oltre quaranta associazioni, gruppi e reti femminili aderenti all’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria, in vista delle imminenti scadenze delle elezioni in tre importanti regioni (Lazio, Lombardia e Molise) e di quella per il rinnovo del Parlamento nazionale, rivolgono un pressante appello ai partiti politici attualmente presenti nel Parlamento uscente e/o nelle Assemblee regionali e locali, nonché alle formazioni, ai movimenti e ai promotori di liste “civiche”, che si preparano a partecipare alle prossime competizioni elettorali, affinché assumano un chiaro impegno onde favorire, in conformità con il dettato degli articoli 3 e 51 della Costituzione, la presenza paritaria delle donne nelle eligende assemblee. In particolare si chiede:
 a) di presentare un numero di candidature femminili pari al 50% dei candidati;
b) di presentare un egual numero di donne e di uomini quali capilista;
c) di presentare candidature femminili nel cinquanta per cento dei collegi ritenuti conquistabili;
d) di invitare i propri elettori ed elettrici, laddove è prevista l’espressione di una preferenza, a utilizzarla con particolare attenzione per le candidate;
e) di presentare nei “listini” o nelle liste bloccate candidate e candidati in ordine alternato per favorire la elezione di una consistente percentuale di donne;
f) di far conoscere i criteri di scelta delle candidate e dei candidati alle primarie;
g) qualora si ricorra, per la scelta delle candidature a elezioni primarie, prevedere la doppia preferenza di genere, come quella regolamentata nella legge 23/11/2012 n.215 (“Riequilibrio della rappresentanza di genere nei Consigli e nelle giunte degli enti locali e dei Consigli regionali”);
oppure presentare in elenchi separati i nomi dei candidati e quelli delle candidate per poi inserire nelle liste, in ordine alternato, i maggiormente votati/e della lista maschile e di quella femminile;
h) di assicurare nelle tribune elettorali televisive la presenza paritaria delle candidate e dei candidati;
i) di rendere pubblico come sia stata realizzata l’utilizzazione della quota dei rimborsi elettorali destinata per legge a promuovere la presenza delle donne in politica.
 
Riconosciamo che il Parlamento uscente è stato in grado di adottare importanti, (anche se parziali), leggi ispirate al principio di promuovere la partecipazione delle donne nei centri di decisione:
 - la legge 23 novembre 2012 n 215 (in G.U n.288 dell’11 dicembre 2012, in vigore dal 26 dicembre 2012) - disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei Consigli e nelle Giunte degli Enti locali e nei Consigli regionali.
 - la legge 120/2011 per la parità di accesso agli organi di amministrazione delle società quotate;
 - la disposizione, contenuta nella legge 5 luglio 2012 n. 96, che i contributi pubblici spettanti a ciascun partito o movimento politico siano diminuiti del 5% qualora il partito o movimento abbia presentato un numero di candidati del medesimo genere superiore ai due terzi del totale.
 
Tuttavia lo slancio necessario ad una vera e propria politica paritaria non è avvenuto. È spiacevole ricordare ad esempio che in recenti modifiche delle leggi elettorali e degli Statuti regionali da parte di alcune Regioni non si è provveduto a inserire norme per il riequilibrio di genere e neppure si è, alla data odierna, modificata in tal senso la legge elettorale nazionale.
 
Le firmatarie dell’appello, sottolineando l’importanza del voto femminile, che può avere un impatto notevole come dimostrato nelle ultime elezioni statunitensi, chiedono pertanto, in assenza della modifica delle legge elettorale, che siano i partiti, le formazioni e i movimenti ad adottare comportamenti e atti per garantire una vera e propria democrazia paritaria fin dai prossimi importanti appuntamenti elettorali, cui si apprestano a partecipare.
 
Roma, 14 dicembre 2012
www.noidonne.org/blog.php?ID=03799
(info e contatti: danielacarla2@gmail.com, morronir@libero.it)

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