Pma: emendamento permette disconoscimento alla nascita

Polemiche sull'emendamento alla legge 40, che riconosce alle donne che hanno avuto un figlio in provetta di poterlo disconoscere al momento della nascita, così come avviene per i bambini frutto di gravidanze naturali. ()
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L'emendamento, proposto da Antonio Palagiano (Idv), è stato approvato nei giorni scorsi dalla Commissione affari sociali della Camera, impegnata in questi giorni nell'esame di una legge a tutela della segretezza della gravidanza.

Se per gli esponenti Pd e alcuni legali è stata eliminata una "discriminazione", la pensano diversamente l'ex sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella (Pdl) e Paola Binetti (Udc): la modifica va abrogata, per evitare il rischio di «forme surrettizie di commercio intorno alla procreazione assistita», e «di aggirare il divieto di fecondazione eterologa».

Inoltre, ricorda Binetti, «un bimbo in provetta non nasce mai per caso. La segretezza del parto come tutela alla vita del neonato, non può applicarsi alla Pma».

«Non esistono madri di serie A e di serie B e le gravidanze sono tutte uguali» rispondono all'unisono Palagiano e Livia Turco (Pd).
Giudizio positivo anche da parte degli avvocati: «Si tratta del ripristino di un principio generale di uguaglianza tra gravidanze da fecondazione artificiale e spontanee» commenta Filomena Gallo, avvocato e segretario dell'Associazione Luca Coscioni «anche se da legale impegnata in questo settore non ho mai incontrato una donna che abbia chiesto di disconoscere il proprio figlio nato grazie alla Pma».

Soddisfazione anche dalla Società italiana studi di medicina della riproduzione (Sismer): «In presenza di gravi motivazioni» commenta Luca Gianaroli, il direttore scientifico «ogni donna deve avere la possibilità di partorire e garantire adeguate tutele al proprio figlio».

Fonte: Ginecologia33
( 20-12-2012)