A teatro e al cinema…a piedi: Il sospetto

La civilissima Danimarca ha un ventre molle, perbenista e manicheo, da cui affiorano violenze ancestrali. Lucas fa il maestro nella profonda provincia danese. Accusato di pedofilia, rimane attonito nei confronti dei suoi accusatori e subisce, quasi con rassegnazione, una drastica messa al bando. Dalla sua parte, forse con qualche dubbio, pochi amici e il figlio adolescente che lo aiutano a resistere all’onta e all’onda di violenza cui viene fatto oggetto.

Il tessuto sociale è fragile e conservatore, come si fa a non credere alle affermazioni infamanti di una piccola bimba indifesa che incarna l’aura dell’innocenza? Il film sembra concludersi con un finale consolatorio, sopraggiunge per buona sorte dello spettacolo un contro finale di cui non daremo qui testimonianza.

Buono il lavoro di regia di Thomas Vinterberg che già si era misurato, con il celebrato Festen (1998), con i temi della pedofilia. Eccellente l’interpretazione di Mads Mikkesen, che in alcune espressioni ricorda Fabrizio De Andrè da giovane, vincitore del premio per la miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes.

Lucas (Mikkesen) è moderatamente ambiguo quanto basta, depresso anche in forza della sua mediocrità, civile nel suo anelito di riscatto che lo porta a riconquistare, forse, un ruolo nella mediocre società che lo ospita.

Interessante, infine, l’indagine condotta in un microcosmo che alimenta in sé tutti i peggiori mali della società di oggi, in presenza di una un’ apparente, e ipocrita, serena normalità.

Il sospetto
di Thomas Vinterberg
con Mads Mikkelsen
Danimarca 2012

In programmazione al cinema Plinius