A teatro e al cinema… a piedi : Derek Jarman

La Fondazione Cineteca Italiana dedica una doverosa rassegna al cinema provocatorio di Derek Jarman. Allo Spazio Oberdan dal 27 settembre al 13 ottobre


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Il regista inglese Derek Jerman non è forse molto conosciuto dal grande pubblico, ma il suo cinema rappresenta un’invettiva forte e contagiosa nei confronti della civiltà occidentale e dei suoi stereotipi asfissianti ( i mass media su tutti).

Jarman muore per Aids nel 1994 dopo una stagione di vita coerente e combattiva contro le regole e le convenzioni, le discriminazioni e tutti i razzismi.

Il suo cinema viene definito oltraggioso, provocatorio, estremo. E’ sicuramente anticonvenzionale e ricercato, poetico e cromatico, angoscioso e angosciante. Le sue ossessioni gli derivano dal perbenismo della società e dalla durezza dell’esistenza.

Spesso i suoi film sono rivolti al passato, attraverso una personalissima rivisitazione della storia, con lo scopo però di indagare il presente e quel futuro disperante e disperato che attende l’umanità.

Oltre le sue regie, la rassegna propone un film ormai raro (I diavoli di Ken Russell, 1971) che costituisce l’esordio di Jarman come pittore e scenografo. Da questa vocazione artistica si sviluppa poi tutto il suo cinema (c’è chi lo definisce “pittore della cinepresa”) per culminare in quello che è considerato il suo testamento (Blue, 1993) totalmente virato in blu, senza immagini, con voci recitanti che propongono considerazioni universali sull’amore, l’amicizia, la memoria, il cinema, la morte.

Tra questi due film si dipana tutto la poetica di Jarman da Sebastiane (1975-76), vicenda in cui si affronta esplicitamente il tema della omosessualità, recitata completamente in latino, a Caravaggio (1986), omaggio all’estremismo artistico e umano di un genio della pittura. Per non dire del suo film culto (Jubilee, 1978) che analizza con crudezza la società inglese.

In ben nove film compare la figura androgina di Tilda Swinton, elevata a musa ambigua di un cinema difficile ma affascinante, estremo ma veggente, amorale ma eticamente coerente.

In tutto il suo cinema c’è poi un uso determinante della musica anche avvalendosi di musicisti di grande spessore come Brian Eno.

Un cinema estremo dunque che merita di essere conosciuto.

Il calendario e le modalità di accesso sono disponibili sul sito della Cineteca (www.cinetecamilano.it).


(Massimo Cecconi)



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