Gas DEM raccontato da Vittoria Cova, una delle sue fondatrici

Vittoria Cova è una delle fondatrici del GAS DEM, un gruppo di acquisto solidale nato recentemente, due anni fa, e tuttora in fase di crescita. Un’esperienza con una sua interessante particolarità, figlia della militanza politica sul territorio. Ma Vittoria racconta anche per esteso che cos’è oggi un Gas e quali benefici può generare per che vi partecipa.

Come è nato il GAS DEM?

Nel Settembre del 2009, da un piccolo gruppo di iscritti al circolo Pd di Via Pergolesi “Fiorella Ghilardotti”, stanchi di un’azione un po’ troppo limitata nel territorio. Volevamo occuparci di consumo critico. Ma poi il Gas è divenuto tutt’altro, proprio una parte del territorio. Oggi siamo 36 aderenti, con 16 famiglie con figli, 16 coppie e 4 single.

Solo una piccola parte di noi però fa politica attiva nel partito e nel comitato per Milano. Quindi è vero che l’attivazione del Gas è stata all’origine politica. Ma poi gli iscritti sono arrivati con tutt’altra priorità. Volevano affrontare la questione di un’alimentazione di migliore qualità e non proveniente dalla grande distribuzione. E’ su questo terreno che si è formata la nostra piccola comunità. Un gruppo che ha voglia di stare insieme e  di condividere un’attività precisa.

Come vi muovete oggi?

All’inizio eravamo otto persone. E il Gas che si appoggia all’Arci-Bellezza ci ha dato una mano per partire. Abbiamo cercato una sede in zona con accesso al marciapiede, per scaricare la merce. Trovando ospitalità presso l’associazione la Tenda che, per un affitto davvero irrisorio, ci permette per un mercoledì al mese di distribuire i prodotti.

Dei 36  aderenti dieci fanno i referenti per specifici prodotti. Con una  decina di aziende connesse. Come la cooperativa Iris, biologica. Noi siamo però non rigidissimi sul biologico. Non siamo macrobiotici. Andiamo invece a visitare le aziende, chiediamo che rispettino certe regole nei contratti di lavoro e nei diritti. Poi c’è rete tra i gas (interGas) e se un’azienda non rispetta le regole lo si viene a sapere.

Quali prodotti?

Faccio alcuni esempi. La pasta, riso, arance viene da Galline felici. Un’azienda siciliana che lavora con parecchi Gas di Milano. E scarica dalla Sicilia tutto in una volta. Perché il punto è anche quello di limitare i costi di distribuzione.

Poi i detergenti ecologici. Da Rimini, Officina Natura. Con ordini tre volte all’anno. La pasta una volta ogni due mesi, il riso tre volte l’anno.  Invece Mettiamo Radici, un consorzio del Monferrato, ci dà carne, vino, polli e uova. E da lei ordiniamo ogni 15 giorni.

Mettiamo Radici è un consorzio di piccoli produttori nato proprio dalla domanda proveniente dai Gas. Aggregato da un produttore di vino ecologico.

Sulle verdure, che volevamo a chilometro zero, abbiamo invece contattato una cooperativa del Salento, che produce verdura biologica che commercializza in Germania per emigrati pugliesi. E questo Tir si ferma a Milano e lascia la verdura anche per noi. Più che zero è quindi una sorta di chilometro residuale. Ora purtroppo questa cooperativa non può più fornirci la verdura e siamo alla ricerca di una nuova soluzione biologica.

State aumentando il numero di aderenti?

Sì, siamo aperti a nuovi soci, con nuove adesioni che stiamo valutando. In un’assemblea che teniamo ogni due mesi. Là valutiamo anche nuovi prodotti da inserire nelle nostre attività di acquisto. E insieme nuovi referenti connessi.

Il referente, infatti, è essenziale: ritira dal produttore e distribuisce ai soci che hanno fatto l’ordine. Usando l’appuntamento fisso del mercoledì. Tutto deve essere distribuito in giornata e se qualcuno non può ritirare c’è una rete di solidarietà, di amici o dello stesso referente.

Come organizzate i pagamenti?

Sono tutti online, su un conto su cui ognuno deposita una cifra, calibrata sui consumi medi del mese. E un tesoriere gestisce il fondo comune e i singoli crediti. Temevo all’inizio che qualcuno sarebbe andato in rosso. Ma non è mai successo. I piccoli scostamenti vengono sempre corretti.

Alcuni Gas della zona 3 (e di Milano) hanno chiuso le iscrizioni. Perché?

Il motivo è semplice. Oltre un certo numero di aderenti il Gas diviene difficilmente gestibile.

Per esempio noi abbiamo avuto un problema sulla pasta: il referente doveva ritirare e portare troppi scatoloni. Abbiamo dovuto organizzarci e trovare un altro iscritto con la macchina. Altro caso le arance. Se tutti dovessero ordinare cassette di arance sarebbero 36 cassette.

Eppure la tendenza a iscriversi ai Gas, quantomeno nella zona appare positiva.

Sì, noi di Gas DEM possiamo testimoniare di una crescita di interesse. All’inizio eravamo  tutte persone tutte della stessa età. Adesso invece si stanno iscrivendo famiglie giovani. E questo ci fa piacere, perché il progetto era proprio diretto a loro. Io ho lavorato per tanti anni alla scuola materna. Negli anni 80 non c’erano allergie, ora ci sono tante allergie nei bambini. E l’opportunità di offrire alimenti in un certo senso garantiti, in presenza di questi fenomeni negativi, è un’opportunità grossa. Le mamme sono molto sensibili a questo. Ormai chi arriva al gas lo dice. Abbiamo perso i sapori delle verdure e della frutta. Che fanno parte della nostra cultura.

Il Gas è acquisti biologici?

E’ un bell’impegno. Chi fa il referente di un gas deve consultare la posta, tenere la relazione con consuntivi scritti, organizzare, fare da supporto a chi è magari in difficoltà, motivare e crederci. E anche chi fa il referente di prodotto deve avere disponibilità di tempo, voglia di mettere a disposizione le proprie competenze gratuitamente. Perché il rapporto tra le persone si crea man mano. E uno dei nostri obbiettivi è appunto quello di costruire questo rapporto. Non vogliamo fare il supermercato, insomma.

Il Gas fa risparmiare?

Quello del risparmio non era uno degli obbiettivi. Però controlliamo i prezzi con quelli dei negozi biologici. E allora, per esempio con la catena NaturaSi, noi siamo competitivi. Per esempio sulla pasta i nostri costi non sono superiori, ma per esempio i pelati sono di qualità superiore.

Ci sono prodotti intrinsecamente più costosi. Come il pollo, che costa di più di quello del supermercato. Un pollo ruspante, e il coniglio. La carne costa come buona carne di qualità del macellaio.

(G.Ca.)