USA: screening mammografico in calo tra le giovani. È dibattito sulle recenti linee guida


Nel 2010, anno successivo al rilascio delle nuove linee guida sulla periodicità dello screening mammografico per il tumore al seno, il numero di donne di quarant'anni che si sono sottoposte all'esame è sceso di quasi il 6%. Si tratta di un dato controverso che si presta a diverse interpretazioni e che alimenta il dibattito sull'appropriatezza delle linee fornite dalla Preventive services task force americana (Uspstf) che, in particolare, raccomandano alle donne tra i 50 e i 74 anni di fare l'esame mammografico ogni due anni, mentre per quelle più giovani l'indicazione varia da paziente a paziente.
Per contro, diverse organizzazioni, tra cui la American Cancer Society e la Mayo Clinic hanno rilasciato linee guida opposte, che consigliano la mammografia annuale già da 40 anni.
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«A noi interessava determinare l'impatto delle nuove raccomandazioni, e del dibattito generato, sull'utilizzo della mammografia nelle giovani donne» spiegano gli autori del report presentato a fine giugno all'Academy Health Meeting tenutosi a Orlando.

Ma non è facile, dicono i sostenitori delle linee, stabilire una connessione di causa effetto tra le nuove raccomandazioni e il fatto che nel 2010, tra le donne giovani, tra 40 e 49 anni, siano state eseguite 54 mila mammografie in meno, cioè un calo del 5,7%.
D'altra parte, c'è discordanza di vedute tra le diverse organizzazioni sulle linee guida di screening tra cui la American Cancer Society, la Mayo clinic che hanno rilasciato linee opposte e la American Medical Association impegnata a garantire che le donne giovani abbiano accesso alla copertura assicurativa per mammografie.
Per molti oncologi il calo dello screening è preoccupante perché, dicono, «le mammografie salvano vite», «si rischia di passare il messaggio errato che la mammografia sia dannosa», e quindi «meglio una piccola ansia che un piccolo tumore».

Secondo Michael LeFevre, vice presidente della task force, le raccomandazioni sono state male interpretate: «Esiste ancora la percezione che la task force non raccomandi la mammografia nella quarantenni - sostiene - ma non è così. Noi pensiamo che debba essere una scelta informata, una decisione attiva anziché un atto passivo in cui i medici dicono alle donne che cosa devono fare».

Gli autori del report hanno comunque annunciato che sono in fase di elaborazione i dati del 2011, e che saranno necessarie ulteriori ricerche per determinare l'impatto delle raccomandazioni.

Fonte: DoctorNews  (18-07-12)


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