Dirigere un teatro al femminile. Incontro con Valeria Cavalli


Incontriamo Valeria Cavalli nella sua veste di direttrice artistica (con Claudio Intropido e Susanna Baccari) e regista della Compagnia Quelli di Grock che gestisce con grande successo il Teatro Leonardo.
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Valeria Cavalli, danzatrice di formazione,  è con Quelli di Grock da oltre trent’anni.
Il suo esordio come attrice  risale al 1982 ne Il gatto del rock’n roll. Nel 1993 era nel cast di Caos. Ha collaborato alla regia di alcune delle opere più importanti messe in scena dal suo teatro. Oltre alla direzione artistica e alle regie, insegna danza presso la Scuola di teatro Quelli di Grock.
E’ anche autrice di alcuni degli spettacoli storici della compagnia.
Come dire…una vita per il suo teatro.


Qual è la principale vocazione del vostro teatro?

La nostra Compagnia è nata 38 anni fa grazie a un gruppo di ex allievi del Corso di mimo del Piccolo Teatro di Milano. Siamo quindi partiti…in silenzio e ci siamo avvicinati ad altre discipline come il clown, la danza, il teatro gestuale che avevano come comun denominatore l’uso del corpo. Il nostro è quindi un teatro prettamente “fisico” e, anche quando mettiamo in scena un testo, non ci affidiamo solo all’espressività vocale e questa peculiarità è ormai un segno preciso dello stile Grock. Stile che si è affinato negli anni ma che resta unico non solo per il lavoro sulla gestualità ma anche per l’utilizzo dello spazio scenico, della dinamica teatrale  e che è sempre venato d’ironia, eredità preziosa donataci dallo studio sul clown e la commedia dell’arte. E poi Quelli di Grock è fatto di persone, di umanità. Sul palcoscenico portiamo anche quello: un’onestà, un’autenticità attorale che il pubblico riconosce e apprezza.


Qual è il bilancio della stagione che si sta concludendo?

Quest’ultimo decennio è stato per il teatro, per l’arte un periodo difficile perché la cultura non è stata sostenuta. E non parlo solo di sovvenzioni ma parlo di interesse e di riconoscimenti per chi da anni svolge il suo lavoro con professionalità e passione. Ma noi abbiamo una grande fortuna che è l’affetto del pubblico che, davvero, ci vuole bene e ci segue. Pubblico variegato e trasversale che non perde mai l’occasione di venire ad applaudire i nostri spettacoli. Posso quindi dire che il bilancio di questa stagione, partita sotto la cappa grigia della crisi, è positivo. Non soltanto per noi ma per le compagnie che abbiamo ospitato nel nostro teatro che, con molta fatica, stiamo gestendo da qualche anno. Crediamo però che, proprio in questi momenti bui, chi si occupa di cultura abbia la responsabilità di dare pensieri, respiri e anche sogni, abbiamo il dovere di rilanciare. Ed è quello che facciamo e ci riproponiamo di fare nella prossima stagione. Anche se, ripeto, manca uno sguardo attento da parte di chi dovrebbe occuparsi di sostenere la cultura. Forse arriveranno tempi e persone migliori.


Perché avete deciso di riprendere il vostro spettacolo storico Caos?

La scelta di riprendere Caos (la prima edizione risale al 1988) è nata già qualche anno fa ma è stata archiviata perché non abbiamo trovato un gruppo adatto al passaggio di testimone. Caos è stato uno spettacolo culto per il pubblico e un momento importante per il gruppo storico che si è coagulato con forza proprio grazie a questo spettacolo. Con Caos abbiamo girato il mondo, attraversato palcoscenici, recitato in lingue diverse. Abbiamo corso, sudato e soprattutto divertito moltissime persone. Ma, proprio perché si tratta di uno spettacolo in cui l’energia, lo slancio e la velocità fanno parte della drammaturgia, ci siamo resi conto che l’età cominciava a impedirci di esprimere tutto ciò al 100% . Abbiamo così fatto tre sessioni di provini-workshop per scegliere il nuovo cast di Caos.
E l’abbiamo scelto non solo in base alla bravura, all’ecletticità ma anche alla capacità di relazione con un gruppo. E’ il gruppo che tiene il passo, è il gruppo che dà un senso, un ritmo, una “densità” a ogni azione, è il gruppo che gioca con il pubblico attraverso il teatro. I nove attori prescelti, tutti molto giovani e diplomati nella nostra Scuola di teatro, hanno fatto loro questo messaggio. Abbiamo anche voluto apportare alcune modifiche, inserire alcune scene nuove, ma resta forte lo spirito di Caos che, tramandato, si è rinnovato.
Il pubblico ha apprezzato questo ritorno e il nuovo cast, senza fare raffronti con lo spettacolo “storico”. Inoltre, nel nostro piccolo, aiutiamo tanti giovani e bravi attori a poter coronare il sogno di lavorare in teatro e di vivere di questo anche grazie a Quelli di Grock che spesso includono nei loro allestimenti giovani attori diplomati nella nostra scuola.







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