E la festa continua!

Quando la politica fa bene alla società. Il conforto dell’utopia nell’ultimo film di Robert Guédiguian. ()
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I film di Robert Guédiguian creano dipendenza. Al comparire di ogni suo nuovo film si sente la necessità di andarlo a vedere non solo per l’impegno ma per il conforto che porta.
E la festa continua!, appena uscito nelle sale, si apre con un tragico evento, le immagini sono quelle dell’epoca che documentano il crollo di due palazzi fatiscenti in rue d’Aubagne nel centro di Marsiglia il 5 novembre 2018 che provocò 8 morti. Ma è solo lo spunto per raccontare i cambiamenti che quel crollo ha innescato, un crollo fisico e metaforico.

Quell’evento però smosse le coscienze e la mobilitazione popolare accompagnando Michèle Rubirola a vincere le elezioni diventando la prima sindaca di sinistra dopo 25 anni di governatorato della destra.
A Rubirola si ispira il personaggio di Rosa (Ariane Ascaride) infermiera prossima alla pensione che non vorrebbe lanciarsi nella politica ma non può contrastare la sua natura altruista. La lotta e la politica sono distribuite in tutto l’arco del film, anche nelle azioni apparentemente irrilevanti. Perché Rosa è circondata da una famiglia, figli, fratelli, amici, colleghi, suoceri e dal quartiere stesso di cui è parte attiva.

Così conosciamo il fratello Tonio (Gérard Meylan) “l’ultimo comunista” e soprattutto Henri (Jean-Pierre Darroussin) libraio e futuro suocero che rilascia citazioni letterarie sempre legate al suo vissuto o a quello che si sta vivendo. Nella sua pacatezza Henri funge da stimolatore, i suoi interventi non sono mai didattici ma appropriati. Dubbi e certezze si dipanano come nella vita di tutti, una quantità di argomenti che ci riguardano.

Ecco, nei film di Guédiguian ci si sente a casa, in una comunità, come se anche noi avessimo partecipato, come se fossimo stati tra amici. Non solo per aver ritrovato Marsiglia e molti dei suoi attori consueti (Ariane Ascaride moglie del regista, Jeanne-Pierre Darroussin compagno di studi di Ariane, Gérard Meylan amico del quartiere dell’Estaque) ma perché ci fa credere nelle utopie possibili e qualsiasi cosa succeda lascia sempre una porta aperta alla speranza, ci fa sentire meno soli.
“In questi strani tempi di regressione e di egoismo che colpiscono tutte le nostre società, un regista non può limitarsi a descrivere la miseria del mondo... deve anche mostrare nuovi modi in cui le idee di condivisione e di democrazia possono prevalere...” Niente è finito e tutto comincia.
Combattente.

In programmazione al cinema Palestrina

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