Povere creature!

Racconto sopra le righe che attinge a piene mani dal fantasy e dal gotico secondo l’estro bizzarro di Yorgos Lanthinos ()
povere creature immagine
Chi è quella giovane donna che si muove goffamente, che fa i capricci e strepita lanciando piatti? E chi è quell’uomo cui salta al collo in un impeto di affetto? Lei è Bella Baxter (Emma Stone), ha il corpo di un’adulta ma l’emotività di un bimbo. Lui è Godwin Baxter (Willem Dafoe) il suo “creatore” e padre putativo.

All’inizio del film assistiamo al suicidio di una donna che da un ponte si getta nel Tamigi, poi le immagini in bianco e nero passano lentamente a colori misurati che esploderanno col procedere della storia. Godwin è uno scienziato che usa il suo sapere per sperimentare nuove tecniche di trapianti, nel giardino si aggirano oche con il corpo di un cane, capre con il muso di un roditore, elementi scomposti e ricomposti. Avendo trovato il cadavere della suicida incinta di un feto ancora vivo, le trapianta il cervello del bimbo. Così rianima quella che chiamerà Bella: il corpo è di una bella giovane ma i comportamenti quelli di un infante che dovrà ancora apprendere tutto, camminare, parlare, mangiare, tenere a bada gli istinti.

Godwin dal canto suo porta sul volto che sembra uscito da un quadro di Bacon, i segni degli esperimenti che il padre chirurgo a sua volta provava su di lui. Ma non è un diabolico Frankenstein, nella sua follia prova grande affetto, e forse qualcosa di più, per la creatura. Il cervello di Bella intanto deve sincronizzarsi con il suo aspetto e progredisce velocemente, scopre la società, i sentimenti e la sessualità, fino all’incontro con il giovane avvocato Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), uomo di mondo e donne, con cui fugge alla scoperta dell’ignoto.

Godwin si rende conto che deve lasciarla andare per la sua strada, deve lasciarla crescere. Lisbona, Alessandria, Parigi, le crociere di lusso, un viaggio di formazione. Ma anche Duncan comincia ad essere possessivo e per una priva di pregiudizi che ha conquistato la sua morale, la spinge ad allontanarsi dal legame. A Parigi scopre la prostituzione e non conoscendo convenzioni sociali trova che sia un buon “mezzo di produzione” finché può servirle. Bella si emancipa istintivamente, non vuole essere proprietà di nessuno, tantomeno di un uomo.

E quando ritroverà il marito della sua vita precedente, violento e possessivo, un Generale abituato a conquistare territori risponderà “Ma io non sono un territorio” riprendendosi la libertà.
Con l’impianto di un racconto gotico (tratto dal romanzo di Alisdair Grey pubblicato 30anni fa) di ambientazione vittoriana, miscela ironia e dark, surrealismo e fantastico, grottesco e visionario. Un uso sfrenato e sontuoso di costumi e scenografie in computer grafica lo avvicinano a Tim Burton o Wes Anderson ma con il tocco beffardo di Lanthimos.

Con l’autodeterminazione di Bella e il suo sfrontato agire da un ipotetico passato, Povere creature! suggerisce che in futuro l’umanità possa cambiare, in meglio! Ma questa sembra fantascienza.
All’80esima Mostra del Cinema di Venezia ha vinto il Leone d’Oro come miglior film.
Ardito.


In programmazione al Cinema Plinius e all’Arcobaleno Film Center

Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha