La popolazione omosessuale nella società italiana: dati ISTAT


In occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia e Transfobia (che, dal 1990, si celebra tutti gli anni il 17 maggio, Ndr) presso la Sala del Mappamondo di Palazzo Montecitorio sono stati resi noti i risultati dell’Indagine ISTAT “La popolazione omosessuale nella società italiana”, redatta su incarico del Dipartimento Pari Opportunità.
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Il Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, che ha aperto la giornata alla presenza di diversi rappresentanti del movimento lgbt ha dichiarato: «Il percorso per il superamento di timori e pregiudizi è stato avviato da tempo anche in Italia, ma il nostro è un cammino ancora lungo e difficile».

Ecco alcuni dati importanti emersi dalla ricerca:
Il 61,3% dei cittadini tra i 18 e i 74 anni ritiene che in Italia gli omosessuali sono molto o abbastanza discriminati; l’80,3% che lo sono le persone transessuali, ma che, se gli omosessuali rivestissero ruoli, questo potrebbe creare problemi a una parte della popolazione; per il 41,4% non è accettabile un insegnante di scuola elementare omosessuale, per il 28,1% un medico, per il 24,8% un politico.

Il 74,8% della popolazione non è d’accordo con l’affermazione “l’omosessualità è una malattia”, il 73% con “l’omosessualità è immorale”, il 74,8% con “l’omosessualità è una minaccia per la famiglia”.

Al contrario, il 65,8% è d’accordo con l’affermazione “si può amare una persona dell’altro sesso oppure una dello stesso sesso: l’importante è amare”.

La maggioranza degli intervistati ritiene accettabile che un uomo abbia una relazione affettiva e sessuale con un altro uomo (59,1%) o che una donna abbia una relazione affettiva e sessuale con un’altra donna (59,5%). Ciononostante, il 55,9% si dichiara d’accordo con l’affermazione “se gli omosessuali fossero più discreti sarebbero meglio accettati”, mentre per il 29,7% “la cosa migliore per un omosessuale è non dire agli altri di esserlo”.

La maggioranza dei rispondenti (62,8%) è d’accordo con l’affermazione “è giusto che una coppia di omosessuali che convive possa avere per legge gli stessi diritti di una coppia sposata”. Il 43,9% con l’affermazione “è giusto che una coppia omosessuale si sposi se lo desidera”, tuttavia maggiore è la contrarietà nei confronti dell’adozione dei figli (solo circa il 20% è molto o abbastanza d’accordo con la possibilità di adottare un bambino).
 
Interessante un dato dal rapporto Istat, che chiarisce se la discriminazione appartenga maggiormente al genere femminile o maschile...
L’analisi di genere fa emergere una maggiore propensione delle donne a condannare i comportamenti discriminatori nei confronti della popolazione omosessuale in tutti gli ambiti indagati.
La percentuale di intervistate che considera giustificabile la discriminazione degli omosessuali è sempre più bassa di quella degli intervistati maschi; la discriminazione di un lavoratore omosessuale da parte del datore di lavoro o dei colleghi di lavoro è giustificabile, rispettivamente, per il 6,2% e il 3% delle donne, a fronte di valori pari al 9,3% e al 5,1% per il genere maschile. Discorso analogo vale se si considerano i comportamenti discriminatori messi in atto da proprietari di abitazioni (6,7% per le donne e 9,4% per gli uomini).

Le donne non solo sono aperte verso gli omosessuali nei vari contesti della vita quotidiana, ma sono anche più inclini ad accettare l’esistenza di una relazione affettiva e sessuale di tipo omosessuale, sia che riguardi due uomini sia che riguardi due donne (circa 62% in ambedue i casi, contro, rispettivamente, il 55,2% e il 56,4% dei rispondenti uomini).

Infine, sono le donne la componente della popolazione più propensa al riconoscimento di pari diritti per legge alle coppie omosessuali. Il 66% è molto o abbastanza d’accordo a riconoscere ad una coppia di omosessuali conviventi gli stessi diritti di due coniugi, contro il 59,4% degli uomini (la modalità “molto” è segnalata nel 41,9% dei casi contro il 33,7% dei maschi). Il 47% delle donne è anche d’accordo con il matrimonio degli omosessuali, sette punti percentuali in più di quanto rilevato per gli uomini.

Leggendo il report, disponibile on line sul sito http://www.pariopportunita.gov.it, emerge nel complesso un atteggiamento contraddittorio da parte dei cittadini italiani: da un lato riconoscono alle persone omosessuali e transessuali pari diritti, ma chiedono più discrezione nell'esprimere l'affettività e soprattutto non sono d'accordo al matrimonio omosessuale, accettando solo il riconoscimento delle coppie di fatto.

Dati contraddittori, appunto, sui quali sicuramente il movimeno lgbt dovrà riflettere e che rivelano il nostro Bel Paese ancora alquanto omofobo e sessuofobo.

Il cammino verso la parità di genere è realmente ancora lungo e difficile.
 
Eleonora Dall'Ovo

In apertura: Foto della manifestazione nazionale "Uguali" di Roma. ”La vostra ignoranza non fermerà il nostro amore" (questa la scritta che appare sul cartello dei manifestanti)

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