Miracle

Piccola storia ambientata in Corea del Sud per recuperare i valori veri della vita ()
Miracle immagine
Passano i treni nel piccolo villaggio di montagna Bonghwa-gun ma non si fermano, non c’è la stazione. Non c’è nemmeno una strada, così i pochi abitanti sono costretti a camminare per più di quattro ore lungo i binari per andare e tornare dalla scuola o dalla città più vicina. Attraversare un cupo tunnel e poi un vertiginoso ponte non prima di aver posato l’orecchio sulla rotaia per capire se faranno in tempo a passare senza essere travolti. Qui vive Joon-kyung (Park Jung-min) un ragazzo particolarmente dotato per la matematica e la scienza ma carente nei rapporti con i coetanei. Il suo sogno è quello di poter avere una stazione per facilitare i collegamenti col mondo per tutto il villaggio senza rischiare la vita. Per questo non smette di scrivere lettere al Presidente (54 lettere!). Il padre è conducente di treni e anche lui passa senza potersi fermare, deve rispettare gli ordini e gli orari. I rapporti col figlio sono freddi e scarni da quando la moglie è morta nel darlo alla luce. Il suo vero sostegno è la sorella maggiore che lo sprona e lo assiste. A scuola conosce anche Ra Hee (Lim Yoon-a), una sveglia ragazzina benestante che cerca di fare breccia nel suo cuore impacciato aiutandolo a inseguire i suoi sogni.
Joon-kyung potrebbe andare a studiare negli Stati Uniti, alla NASA, ma sceglie di restare per occuparsi di quella piccola comunità isolata nella provincia di Gyeongsangbuk-do.
La storia si ispira a un fatto vero e la stazione miracolosa è realmente esistita nel 1988. Per il film la Yangwon Station, conosciuta come la più piccola stazione di tutta la Corea del Sud, è stata fedelmente ricostruita in un luogo molto simile all’originale, con gli stessi affascinanti paesaggi circondati da montagne.
Miracle è un piccolo film dai toni delicati che si pone come il romanzo di formazione di un adolescente lontano dalla vita moderna e forse per questo lontano dall’individualismo e attento ai bisogni della comunità. Amori adolescenziali, dramma e tormenti psicologici si alternano con discrezione anche se esprime i momenti migliori negli incontri e i dialoghi dei due protagonisti, meno giovani dell’età che rappresentano e già molto famosi e richiesti in Corea. Si percepisce l’empatia di Lee Jang-hoon per i fatti e i personaggi che popolano il suo film.
Vincitore del Premio del pubblico al Far East Film Festival 2022 di Udine lascia l’impronta dei sogni realizzabili anche quando sembrano impossibili da raggiungere.
Ispirato.

In programmazione al Cinema Palestrina.

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