Amsterdam

Una rivisitazione spesso grottesca di fatti storici, in un mix di generi che non dà particolare conforto alla resa del film. Opaco. ()
Amsterdam immagine
Collocata temporalmente tra il 1918 e il 1933, la vicenda prende le mosse dalle atrocità della Prima Guerra Mondiale e dalle disgrazie fisiche e non dei reduci.
La storia si affaccia prepotentemente con la rievocazione del tentativo di esportare anche negli USA il regime nazifascista che in quegli anni stava conquistando l’Europa.
L’impegno dei tre protagonisti (Christian Bale, Margot Robbie e John David Washington), appartenenti grosso modo alla categoria degli idealisti, con il supporto di un vecchio generale (Robert De Niro), è quello di contrastare il tentativo eversivo. Ci riusciranno? La risposta sembra persino ovvia.

Se la tesi sostenuta dal film è politicamente più che corretta, il suo svolgimento è confuso e incostante, dove spesso il dramma sfocia nel grottesco e lì vi si impantana.
Molte le citazioni cinematografiche, riprese anche dalla opacità elegante della fotografia, tra cui saltano immediatamente all’occhio almeno “Jules et Jim” e “Chinatown”, nonché gran parte del cinema USA dedicato agli anni della Grande Depressione.

Dirige senza infamia e senza lode David O. Russell che in passato aveva dato qualche buona prova di sé (“American Hustle”).
Pur con le migliori intenzioni nei confronti delle buone cause, 134 minuti di durata risultano essere decisamente eccessivi.
Nel concitato finale, compaiono persino gli emuli dei “nazisti dell’Illinois”, protagonisti di un famosissimo film, quello sì veramente straordinario.
La capitale dei Paesi Bassi che dà il titolo al film rappresenta solo un espediente sentimentale.


In programmazione al Cinema Plinius.

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