"Il compleanno" al Teatro Menotti Perego

In scena sino al 13 novembre il dramma di Harold Pinter, nella versione registica di Peter Stein, uno dei Maestri indiscussi del teatro del Novecento. ()
il compleanno immagine
Quando andò in scena per la prima volta “Il compleanno”, Harold Pinter, futuro premio Nobel per la letteratura, non aveva ancora compiuto 30 anni e, probabilmente, aveva in corpo rabbia da vendere. Autore sconosciuto ai più, la sua opera seconda venne accolta dai critici di allora con quasi unanime contrarietà. Eppure questo dramma contiene in sé le tematiche paradigmatiche dell’autore che svilupperà successivamente nel suo teatro e nelle sue opere letterarie.

Oltre sessant'anni anni dopo, Peter Stein, acclamato regista tedesco di 85 anni, riporta in scena con un cast totalmente italiano un’opera che, pur nel contrasto delle opinioni, rappresenta pur sempre un riferimento per la storia del teatro del Novecento.

Inghilterra fine anni ’50 del secolo scorso. In una cittadina di mare, una coppia di mezza età (Maddalena Crippa e Fernando Maraghini) gestisce una pensioncina il cui unico ospite da mesi è uno stropicciato e stralunato pianista (Alessandro Averone) che sembra essersi lì rifugiato per sfuggire a qualcosa o a qualcuno. Vezzeggiato dalla matura locandiera, l’uomo subisce l’arrivo di due loschi figuri (Gianluigi Fogacci e Alessandro Sampaoli) che sembrano proprio essere sulle sue tracce. In un crescendo di tensione viene sommariamente organizzata una festa di compleanno per il sedicente pianista che degenera presto in angosciose schermaglie, cariche di rancore e livore. Dopo una notte movimentata, la mattina seguente il dramma sottolinea l’atrocità di uno stupro subito da una giovane donna coinvolta nella festa (Emilia Scatigno) e la perdita della ragione del protagonista, prelevato dai due emblematici malavitosi che lo costringono ad allontanarsi con loro. La candida ingenuità della padrona di casa, che sembra non avere alcuna percezione di ciò che è drammaticamente accaduto, si contrappone come innocente reazione alla tragicità dei fatti.

La scena e i costumi degli interpreti rimandano filologicamente all’epoca in cui l’opera è stata concepita, in una sorta di rappresentazione fuori dal tempo e dallo spazio. Nei dialoghi, per quanto serrati e compulsivi, sembra prevalere il non senso e il non compiuto. La minaccia che incombe sui personaggi si palesa come violenza quasi gratuita e ingiustificata. Resta misterioso il senso di ciò che lo spettatore coglie come un esercizio di stile su cui grava il peso del tempo trascorso. Interpreti convincenti (ma perché Maddalena Crippa parla con accento bergamasco?), scena iperrealistica, regia rispettosa del testo.

Lunghi applausi alla prima in una sala gremita di pubblico abituato a frequentare teatri.

Al Teatro Menotti-Filippo Perego, via Menotti 11, fino al 13 novembre.

Per info e prevendite online www.teatromenotti.org.

Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha