Femminicidio: "mai più complici"


Venerdì 11 maggio, sala Alessi. A pochi giorni dall'appello che ha raccolto più di 30.000 firme, si è svolta a Palazzo Marino l’assemblea indetta da SeNonOraQuando. La tematica è forte: la violenza sulle donne…  Che cosa fare?
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Sala gremita: le donne sono tornate, tante, di generazioni diverse e non pochi gli uomini presenti. Gli interventi si sono concentrati sull’analisi del fenomeno complesso della violenza e su come unire le forze in un'ottica di concretezza.
Significativa è stata l'introduzione di Antonella Coccia che ha dato voce alle diverse ragioni interne al movimento milanese ridando unità di intenti e visione storica all'appello: le firme non bastano senza obiettivi e risultati concreti, ma l’appello rimane un momento importante per sensibilizzare le persone e per allargare la rete creando nuove alleanze, "interrogando le coscienze nostre e politiche".
"Non si inizia oggi ma anche quello di oggi è un inizio" - continua la Coccia - come dire: la battaglia e l'analisi politica di decenni da parte del femminismo storico non è cancellata ma è in continuo divenire. E ancora: "fatti e non solo parole".

Ma fra i nodi cruciali, la necessità di fondi rimane uno dei principali problemi come hanno sostenuto con  fermezza  Susanna Camusso, segretario generale della Cgil e  Manuela Ulivi, coordinatrice della Casa per le donne maltrattate di Milano. Fondi per evitare la chiusura dei 16 centri presenti in regione ormai al collasso e per finanziare iniziative concentriche.

Altro nodo, a tutt'oggi irrisolto è la mancanza in Lombardia, unica regione ad esserne priva, di una legge per la lotta e la prevenzione della violenza sulle donne.
Quattro i testi in discussione (uno di iniziativa popolare promosso dalla rete dei centri antiviolenza, l'altro di SEL, il terzo del PD e ultimo arrivato a fine del 2011 del PDL).
A breve, come ha sottolineato Sara Valmaggi, presidente del consiglio regionale, la Terza Commissione Regionale metterà a punto un testo di legge di cui, il vero problema, rimangono le risorse e i criteri di assegnazione.

Fra gli interventi, molte fra le proposte avanzate erano centrate sul concetto di "rete", fra i professionisti, in ambito legale, di prevenzione nelle scuole… per agire sugli stereotipi, per farsi "parte attiva" verso l'amministrazione con un tavolo di lavoro contro la violenza, quest'ultimo proposto da Anita Sonego, Presidente Commissione delle Pari Opportunità.

Alla serata va anche il merito di avere tentato una visione ad ampio raggio sia in termini concettuali, sia di linguaggio, sia politici. La discriminazione delle donne, il rapporto di potere fra i diversi sessi e l'impossibilità di separazione fra il politico e il sociale, il senso della "violenza" non solo fisica e/o psicologica, ma connessa al potere economico e alla rappresentanza politica delle donne, si traducono nella necessità di una trasformazione culturale e una interazione reale con l'istituzione e il potere politico.  E allora ben venga la domanda "chi sono i complici"? Una domanda che ne porta immediatamente con sé altre: perché? e quali risposte vogliamo?
"fatti non solo parole".

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