You

L’autoritratto impiccato di Maurizio Cattelan penzola in mostra nel bagno della Galleria De Carlo. Provocatorio monito ai visitatori, almeno sino al 25 giugno. ()
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Viale Lombardia 17. Si salgono velocemente alcuni gradini, prima porta a sinistra. Si attraversa a passo spedito quello che fu l’enorme appartamento padronale dei Corbellini-Wassermann, disegnato tra il 1934 e il 1936 da Piero Portaluppi, e, in fondo sulla destra, la porta aperta del bagno in marmo verde Challant in combinazione con il marmo bianco della valle Strona restituisce in allarmante evidenza la sagoma di un impiccato.
Non si tratta della scena d’apertura di un film noir ma bensì di una provocatoria installazione di Maurizio Cattelan che di provocazioni ha fatto più che necessità, virtù.
Quella che un tempo fu la dimora di una famiglia di facoltosi industriali farmaceutici, dalla primavera del 2019 è una delle sedi della Galleria Massimo De Carlo che dal 28 marzo ospita la scultura-autoritratto “You” di Maurizio Cattelan, in occasione di Milano Art Week.
Per non correre il rischio di male interpretare, ci si attiene, per cautela, alle note che accompagnano l’opera:” YOU è un’allucinazione, un’immagine di controllo e di perdita. Un gesto generoso di accoglienza ma anche un inevitabile addio. YOU esplora il ruolo dell’individuo nello spazio pubblico. Dichiarazione di resa o forse semplicemente l’affermazione di una nuova gentilezza, questo nuovo lavoro di Maurizio Cattelan attesta la morte dei grandi poteri infondendo nuove energie nella forza dell’individuo. Anche se cerca di mettere qualche distanza con lo spettatore, il progetto YOU di Maurizio Cattelan parla certamente di tutti noi”.
Parole che si possono condividere o meno. Certo è che l’impatto è forte, una epifania di morte elegante con tanto di mazzo di fiori, una lettura della condizione umana che si spinge sino all’ironia, se non al sarcasmo. Del resto, sin dai tempi di Orazio: ”De te fabula narratur”, per non dire di “La ballade des pendus” di François Villon (“Uomini, qui non c’è scherno o ironia, ma Dio pregate che ci voglia assolvere”).
Al raffinato contesto della galleria, che ospita altre opere d’arte, si accede gratuitamente sino al 25 giugno previa prenotazione, come si può evincere dal sito www.massimodecarlo.com

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