Il male non esiste

Un film a tesi sul principio morale della disobbedienza. Rigoroso e spigoloso come il miglior cinema civile sa essere. ()
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In attesa che approdi dalle nostre parti, ma non è detto che accada, è cosa buona e giusta segnalare uno dei pochi film di questa stagione che meritano assolutamente di essere visti. Cercatelo nelle sale cinematografiche della città, merita il viaggio (urbano e non solo).
Quattro cortometraggi, girati indipendentemente, che definiscono quattro episodi di un film “ideologico”, a tema. Il tema è quello dell’obbedienza e, ovviamente, del suo contrario.
Ubbidiente è il buon padre di famiglia che svolge il suo “sporco” lavoro senza apparenti conflitti, ma con l’evidente inquietudine che si coglie nei sui sguardi smarriti. Disubbidiente è il soldato che diserta pur di non eseguire un ordine che ritiene ingiusto e disumano.

Siamo in Iran ai giorni nostri. Dirige Mohammad Rasoulof che, per questo film bandito in patria, vince l’Orso d’oro al Festival di Berlino 2020. Va da sé che il regista è una vittima della dittatura vigente in Iran, più volte censurato e condannato.
Nel terzo episodio, per aver eseguito un ordine, un giovane soldato vede sconvolta la sua vita e il suo futuro.
L’episodio finale della tetralogia, ambientato in una lontana e ostile regione del paese, con tutto il fascino del paesaggio estremo, torna a interrogarsi sul valore della disobbedienza e sui drammi delle sue ricadute.
150 minuti di cinema per affrontare un tema etico che, più della vita, tiene in conto il confronto con la morte, sia pure nell’assoluta banalità della quotidianità.
Qual è il limite tra gli obblighi che la legge impone e la libertà di scegliere contro? In un paese oppressivo come l’Iran non c’è gara. La persecuzione politica può costringere ad atti di eroismo o di ribellione ma sembra non poter modificare lo stato delle cose.
In colonna sonora la versione delle mondine di “Bella ciao”, interpretata da Milva: “Ma verrà un giorno che tutte quante lavoreremo in libertà”. E uno spiraglio rimane aperto.

Che l’obbedienza non sia più una virtù lo sosteneva don Lorenzo Milani ben oltre cinquant’anni fa, che sia una possibile convenienza è soprattutto noto a coloro che vivono in paesi che opprimono i loro cittadini anche attraverso la pena di morte.
Il male esiste, eccome. Un film scomodo, assolutamente da vedere.


Da vedere ovunque venga programmato.

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