Parigi, tutto in una notte (La fracture)

Nella notte di Parigi, la frattura è umana e sociale, civile e politica. ()
Parigi immagine
Peccato non aver mantenuto il titolo originale "La fracture" molto più esplicito e significativo, piuttosto che avvicinarlo alla quasi omonima commedia di John Landis dell’85. I toni della commedia non mancano nemmeno qui ma sono solo un pretesto per parlare di una frattura molto più reale di quella sentimentale o di un gomito. All’inizio è una separazione, quella di una coppia scoppiata, Raf (Valeria Bruni Tedeschi) e Julie (Maria Fois). La prima non accetta di essere lasciata (esilarante la scena iniziale mentre Raf manda sms alla compagna che però le sta dormendo accanto), implora di darle un’altra possibilità. Inseguendo per strada Julie cade e si frattura il gomito. A questo punto il film entra in un pronto soccorso dove si affolla varia umanità. Purtroppo è anche il giorno di una grande manifestazione dei gilets gialli che hanno invaso Parigi.

I duri scontri con la polizia portano nell’ospedale anche i manifestanti tra cui Yann (Pio Marmai) un camionista ferito a una gamba. Raf è una disegnatrice, agiata e borghese, che non potrà lavorare per il suo gomito fuori uso, ma il periodo di mancato lavoro non influirà sulla sua vita.
Yann è un giovane costretto a vivere ancora con la madre e se non tornerà alla guida del camion il lavoro lo perderà e non se lo può permettere. Abbastanza prevedibilmente i due si fronteggeranno polemicamente arrivando poi ad una minima complicità nel corso della notte sulle barelle. Ma non è questo il punto perché Raf e Yann sono solo i “mezzi di trasporto” nella frattura più grande, quella sociale e politica, passando per la crisi della sanità pubblica, per i lavori senza tutele, per le disparità economiche. La folla del pronto soccorso rappresenta tutti, lì non si fanno distinzioni di ceto, ci si prende cura delle ferite. Ma in tutto questo la vera protagonista è l’infermiera Kim (Aissatou Diallo Sagna che si è aggiudicata un César come miglior attrice “non protagonista”) una donna che si divide tra il lavoro, la famiglia, i pazienti; è lei che tiene le fila e il coordinamento della bolgia che si scatena nell’ospedale. Ed è una vera infermiera, anche nella vita reale. Girato molto con camera a mano "La fracture" (continuiamo a chiamarlo così) si destreggia abilmente nella critica sociale toccando temi forti ma attraverso umorismo e ironia. Film corale con personaggi tutti ben delineati e un cast perfetto. Vale il biglietto.
Appagante.

In programmazione al cinema Palestrina

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