Ennio

Giuseppe Tornatore dedica a Ennio Morricone un omaggio suntuoso che non stona con la figura di un musicista a cui il cinema di tutto il mondo deve moltissimo. ()
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Si vorrebbe non finissero mai le due ore e mezza di intervista a Ennio Morricone tanto è il piacere di sentirsi raccontare in prima persona la genesi della sua arte. Un metronomo apre il documentario, scandisce il tempo frenetico delle sue giornate che iniziano con la ginnastica del mattino. Non sappiamo quando sia stata girata l’intervista ma poco importa, prima del 6 luglio 2020 quando ci ha lasciato. Sappiamo che cominciò a studiare tromba al Conservatorio per volere del padre, anche lui trombista, per poi passare a composizione. Non una vocazione artistica ma una scelta inizialmente subita. Conosce la musica colta ma alla fine degli anni ’50 incrocia John Cage che esibiva “rumori musicali” e si dedica alla sperimentazione, “I principi della musica dodecafonica trasportati nella musica tonale”. Ne porta le tracce la canzone Il barattolo, cantata da Gianni Meccia, in cui introduce nell’arrangiamento il suono di un barattolo che rotola, come da testo. Continuano le collaborazioni con la musica leggera, Gianni Morandi, Mina, Edoardo Vianello che ne ricorda la meticolosità nella ricerca dei suoni (“L’arrangiamento di una canzone può essere uno solo. Quello che ho pensato io”) ma anche il Quartetto Cetra senza comparire col nome. Il primo film in cui le musiche portano la sua firma sarà Il federale di Luciano Salce nel 1961. Non si è più fermato, ogni dieci anni si proponeva di smettere ma ha continuato fino a comporre le colonne sonore di almeno 500 film. Più tutto il resto. Colonne sonore che hanno segnato la storia del cinema, che tutto il mondo conosce. Cinque volte nominato agli Oscar senza mai vincere, ha ricevuto quello alla carriera nel 2007. Finisce qui? No, perché Quentin Tarantino gli affida le musiche di The Hateful Eight che gli fanno vincere l’Oscar nel 2016. Difficile smettere di raccontare il film, il loquace Morricone non tralascia nulla con episodi divertenti come la battaglia tra Queimada di Pontecorvo e I Cannibali di Cavani. Come trascurare il sodalizio con Sergio Leone (che però gli fa perdere il Kubrick di Arancia meccanica), il fischio di Alessandroni o l’urlo del coyote, La ballata di Sacco e Vanzetti o Here’s to You cantate da Joan Baez, Mission di Roland Joffe, Petri e Bertolucci… Un talento immenso inesauribilmente prolifico, in grado di intrecciare due o tre temi nella stessa composizione. Cocciuto e orgoglioso ma consapevole delle proprie capacità. Applausi alla fine di ogni proiezione. Imperdibile!

In programmazione all’Arcobaleno Film Center, al cinema Palestrina e al cinema Plinius.

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