Intervista a Domenico Dinoia, presidente di Agis Lombarda

Abbiamo chiesto (a doverosa distanza) al presidente lombardo dell’associazione che rappresenta gli imprenditori dei settori dell’esercizio cinematografico e dello spettacolo dal vivo quale sia oggi lo stato di salute delle attività di spettacolo nella nostra regione. ()
Foto Dinoia
In Lombardia, teatri e cinema sono chiusi ormai dal 25 febbraio scorso, qual è la situazione attuale e quali sono le prospettive future?

La Lombardia è stata la prima regione a chiudere le sale cinematografiche e teatrali fin da domenica 23 febbraio, mentre nelle altre regioni le sale sono state chiuse dal 9 marzo. Ad oggi tutte le attività continuano a essere bloccate e per lungo tempo non si è mai parlato di una possibile riapertura in tempi brevi, con voci che davano la possibile riapertura addirittura dopo l’autunno. Mentre proprio in questi giorni abbiamo appreso che nel decreto “Aperture” per cinema e teatri si indica la data del 15 giugno.

Quali provvedimenti sono stati messi in atto dalle Istituzioni a favore degli operatori dello spettacolo?

L’unico provvedimento annunciato dopo il primo periodo di chiusura è stato l’Istituzione di un Fondo Straordinario di 130 milioni per tutto il settore dello spettacolo italiano. Di questo fondo ad oggi sono stati erogati solo 20 milioni di euro a favore di soggetti, artisti e strutture teatrali, che non sono compresi tra quelli che ogni anno ricevono finanziamenti attraverso il Fondo Unico dello Spettacolo. Per quanto riguarda il cinema, e in particolare le sale cinematografiche, ancora non è stato attribuito nessun finanziamento. È di questi giorni la notizia che il Fondo straordinario per tutte le attività di spettacolo è stato portato da 130 a 245 milioni di euro.

Quali proposte hanno avanzato le imprese dello spettacolo al Governo e alla Regione Lombardia?

Fin da subito le richieste sono state quelle di tutelare i lavoratori di questi settori che a differenza di quelli dell’industria non avevano alcun paracadute. E da questo punto di vista abbiamo accolto con favore l’istituzione della Cassa Integrazione in Deroga per tutti i dipendenti, compresi quelli di piccole società. Inoltre sono stati chiesti contributi straordinari, in considerazione che era venuta a mancare l’unica fonte di entrata, specialmente per i cinema, e cioè la vendita dei biglietti. Così come sono state chieste altre forme di sostegno come l’azzeramento dell’IMU e di altre tasse locali visto che le attività erano sospese. Purtroppo ancora nessuna risposta dalla Regione Lombardia e per i fondi statali non c’è ancora nessun provvedimento attuativo.

Quanti sono nella nostra regione gli operatori coinvolti e che tutele hanno in questo periodo?

In Lombardia ci sono oltre 400 strutture teatrali e cinematografiche che danno lavoro a oltre 4.000 addetti che, come dicevo, sono attualmente in cassa integrazione, anche se ci sono enormi ritardi, dovuti alle pratiche regionali, nell’erogazione vera e proprio, tanto che molte società hanno dovuto anticipare le spettanze per non lasciare in difficoltà i lavoratori e le loro famiglie.

Con quali modalità si prevede di poter riprendere le attività?

Come detto, il recente decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che stabilisce le nuove aperture delle attività commerciali, per quanto riguarda cinema e teatri, ha indicato la data del 15 giugno, salvo diversa indicazione da parte delle regioni che potranno variarla in base alla situazione epidemiologica delle singole realtà. L’apertura è però subordinata al rispetto di un protocollo di misure di sicurezza che per ora per cinema e teatri presentano aspetti molto complicati e di difficile gestione, oltre a costi particolarmente elevati. Inoltre i cinema avranno anche ulteriori problemi perché non sono previsti nuovi film in uscita per via che molte grandi distribuzioni hanno spostato molto più avanti del 15 giugno l’uscita dei film più importanti. Mentre per i teatri ci sono problemi ancora più complicati in quanto per gli artisti o i musicisti il distanziamento è ancora più difficile da gestire. Ed è per questo che sarebbe stato forse meglio utilizzare la stagione estiva per rappresentazioni e proiezioni all’aperto che sicuramente presentano meno problemi di gestione del pubblico.

Che ne sarà dei cinema di quartiere come il Palestrina o delle strutture teatrali più piccole?

In tutti questi mesi di forzata chiusura il pubblico del Palestrina, così come quello della altre sale della zona, non ha fatto mancare la solidarietà, l’affetto, la vicinanza e la disponibilità a tornare a frequentare i cinema e i teatri. Questo ci dà molta fiducia anche per il futuro. Sarebbe davvero triste se alla fine di questa pandemia Milano e la Lombardia si ritrovassero improvvisamente senza quella rete di sale cinematografiche e teatrali che insieme a musei, biblioteche, sale da concerto e librerie sono una grande opportunità di crescita sociale e culturale. In attesa della riapertura, ad esempio, il cinema Palestrina offre ai propri spettatori la possibilità di vedere film di prima visione sulla piattaforma MIOCINEMA, appositamente creata per mantenere il rapporto con il cinema d’autore e d’essai. Dal 18 maggio, per trenta giorni, sarà possibile accedere alla visione del primo film, “I miserabili”, che ha ricevuto a Cannes 2019 il Gran Premio della Giuria. Lo spettatore che vorrà vedere il film potrà indicare il Palestrina come suo cinema di riferimento, in questo modo una parte del biglietto andrà al cinema Palestrina, aiutando la sala in questo difficile momento.

Grazie a Domenico Dinoia. A lui e a tutti gli operatori dello spettacolo va l’augurio di una pronta riapertura delle attività. La città e i suoi cittadini ne hanno un forte bisogno.

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