A teatro e al cinema…a piedi. Hunger


Andate a vedere Hunger, un film potentissimo destinato a scuotere le coscienze e farle riflettere intorno alla tragica aggressività della natura umana.
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HUNGER
Siamo nell’Irlanda del Nord nel 1981, i militanti dell’IRA imprigionati a The Maze, il famigerato carcere di Belfast, stanno attuando la protesta delle coperte (il rifiuto degli abiti carcerari e quindi l’uso di sole coperte per vestirsi in cella) e la protesta dello sporco (le celle sono volutamente imbrattate di escrementi), la repressione è durissima, i pestaggi sono all’ordine del giorno. Le guardie carcerarie intervengono con scientifica perfidia a fiaccare le deboli resistenze fisiche di uomini prostrati  ma non domati.

Tra loro Bobby Sands, un leader della protesta contro il governo inglese, da poco eletto nel parlamento britannico, che decide di intraprendere, insieme ad altri compagni, uno  sciopero della fame ad oltranza, per ottenere il riconoscimento dello stato di prigionieri politici.
A nulla vale l’intervento di un sacerdote che cerca di dissuaderlo dal suo tragico proposito. Il colloquio tra i due è un capolavoro di tensione emotiva e di cosciente determinazione, di scelta rigorosa e di speranze malcelate, nel fumo simbolico delle “ultime” sigarette del condannato a morte.
Inizia così il calvario di Bobby Sands, il suo corpo si modifica e si decompone giorno dopo giorno, a nulla valgono le cure, ora persino premurose, dei suoi carcerieri. Bobby Sands muore a 27 anni dopo 66 giorni di digiuno. Dopo di lui muoiono altri nove militanti.

Della violenza della polizia si vede molto nelle celle e nei corridoi del carcere dove vengono organizzate bastonature e torture agghiaccianti, degli atti di terrorismo dell’IRA si vede la violenta esecuzione di una guardia carceraria in visita alla madre ricoverata in un ospizio.
Quella stessa guardia carceraria, che a casa conduce una sciapa vita normale, in carcere si trasforma in aguzzino accanito.
Udirete anche  la voce acida di Margareth Thatcher, allora primo ministro ed oggi ormai indementita,  negare ogni pietà umana ai militanti dell’IRA incarcerati.

Hunger è soprattutto un film di silenzi e di corpi straziati. Bobby Sands è protagonista consapevole di una passione che si rivela nel suo corpo in decomposizione quasi morbosamente esposto. Vale una sacra deposizione la scena in cui un inserviente sorregge tra le sue braccia ciò che resta di Bobby Sands.
Coraggioso lavoro di regia dell’inglese Steve McQueen, qui al suo primo film nel 2008, e dolente recitazione di Michael Fassbender. Li ritroveremo entrambi in Shame, tutt’altra storia.
Dalle nostre parti è quasi d’obbligo il richiamo a Diaz. Bene, Hunger è molto più forte sia come film sia come rappresentazione della violenza.

Per dirla ancora una volta con Primo Levi:” Meditate che questo è stato”, sia per la Scuola Diaz che per The Maze.


In programmazione al cinema Plinius


Hunger
di Steve McQueen
con Michael Fassbender
GB 2008

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