Firma anche tu la petizione: "Mai più complici"


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Tutti i governi hanno la responsabilità di prevenire, indagare e punire gli atti di violenza sulle donne in qualsiasi luogo si verifichino: tra le mura domestiche, sul posto di lavoro, nella comunità o nella società, durante i conflitti armati». Questo afferma il diritto internazionale ma, alla luce dei fatti, è ancora necessario ribadirlo con forza.
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violenza donne web

Le donne continuano a essere oggetto di atti di violenza, e il fenomeno è in crescita, in Italia e nel mondo.
Poche le fonti ufficiali e aggiornate: secondo gli ultimi dati disponibili elaborati dallIstat sulla violenza sessuale, nel 2007, riferiti al 2006, in Italia sono 6 milioni e 743 mila le donne dai sedici ai settantanni vittime di molestie o violenze fisiche, psichiche o sessuali nel corso della vita (una donna su tre tra i 16 ed i 70 anni); il 4,8% della popolazione femminile globale ha subito stupri o tentati stupri; il 14,3% delle donne ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal proprio partner; il 24,7% delle donne ha subito violenze da un altro uomo, 2 milioni e 77 mila donne hanno subito comportamenti persecutori (stalking), dai partner al momento della separazione. 

Questi i dati ufficiali e non recenti ai quali vanno aggiunti gli episodi di violenza non denunciati, compresi quelli legati alla prostituzione e ai delitti di donne vittime della tratta.

Durante la XIII Conferenza internazionale contro la violenza sulle donne (Roma, 11-13 ottobre 2011), presenti 500 donne da tutta Europa, rappresentanti dei centri antiviolenza, esperte del settore e delle stituzioni, è stato chiesto ufficialmente al governo italiano di rafforzare e sostenere la rete dei centri antiviolenza e di firmare la Convenzione per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne affinché «le donne possano sentirsi sicure nelle strade, nei posti di lavoro e nelle loro case, i singoli stati e l'Unione europea devono affrontare tutti gli aspetti della violenza sulle donne, come la prevenzione, la tutela, i procedimenti legali e i risarcimenti» spiegava Nicolas Beger, direttore dell'Ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee. 

E allora, il fenomeno della violenza sulle donne deve essere fermato.

Qualsiasi forma di sensibilizzazione, qualsiasi azione positiva che sia in grado di contrastare e di combattere la violenza sulle donne e intervenire sulle cause strutturali della disuguaglianza di genere e della discriminazione, ci vede parte attiva.

Per questi motivi, vogliamo partecipare e invitare tutti a sottoscrivere la petizione "mai più complici" sul dilagare dei "femminicidi" in Italia, lanciata dal Comitato promotore nazionale Senonoraquando, Loredana Lipperini, Lorella Zanardo-Il Corpo delle Donne. 

"Cinquantaquattro. LItalia rincorre primati: sono cinquantaquattro, dallinizio di questo 2012, le donne morte per mano di uomo. Lultima vittima si chiama Vanessa, 20 anni, siciliana, strangolata e ritrovata sotto il ponte di una strada statale. Vogliamo che lItalia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per linerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla...” 

Firma anche tu.

 

Marzia Frateschi

SEGUI IL LINK per aderire e firmare la petizione 
http://www.petizionepubblica.it/?pi=P2012N24060

 



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