Firma anche tu la petizione: "Mai più complici"
«Tutti i governi hanno la responsabilità di prevenire, indagare e punire gli atti di violenza sulle donne in qualsiasi luogo si verifichino: tra le mura domestiche, sul posto di lavoro, nella comunità o nella società, durante i conflitti armati». Questo afferma il diritto internazionale ma, alla luce dei fatti, è ancora necessario ribadirlo con forza. (Marzia Frateschi)01/05/2012
Le donne continuano a essere oggetto di atti di violenza, e il fenomeno è in crescita, in Italia e nel mondo.
Poche le fonti ufficiali e aggiornate: secondo gli ultimi dati disponibili elaborati dall’Istat sulla violenza sessuale, nel 2007, riferiti al 2006, in Italia sono 6 milioni e 743 mila le donne dai sedici ai settant’anni vittime di molestie o violenze fisiche, psichiche o sessuali nel corso della vita (una donna su tre tra i 16 ed i 70 anni); il 4,8% della popolazione femminile globale ha subito stupri o tentati stupri; il 14,3% delle donne ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal proprio partner; il 24,7% delle donne ha subito violenze da un altro uomo, 2 milioni e 77 mila donne hanno subito comportamenti persecutori (stalking), dai partner al momento della separazione.
Questi i dati ufficiali e non recenti ai quali vanno aggiunti gli episodi di violenza non denunciati, compresi quelli legati alla prostituzione e ai delitti di donne vittime della tratta.
Durante la XIII Conferenza internazionale contro la violenza sulle donne (Roma, 11-13 ottobre 2011), presenti 500 donne da tutta Europa, rappresentanti dei centri antiviolenza, esperte del settore e delle stituzioni, è stato chiesto ufficialmente al governo italiano di rafforzare e sostenere la rete dei centri antiviolenza e di firmare la “Convenzione per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne” affinché «le donne possano sentirsi sicure nelle strade, nei posti di lavoro e nelle loro case, i singoli stati e l'Unione europea devono affrontare tutti gli aspetti della violenza sulle donne, come la prevenzione, la tutela, i procedimenti legali e i risarcimenti» spiegava Nicolas Beger, direttore dell'Ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee.
E allora, il fenomeno della violenza sulle donne deve essere fermato.
Qualsiasi forma di sensibilizzazione, qualsiasi azione positiva che sia in grado di contrastare e di combattere la violenza sulle donne e intervenire sulle cause strutturali della disuguaglianza di genere e della discriminazione, ci vede parte attiva.
Per questi motivi, vogliamo partecipare e invitare tutti a sottoscrivere la petizione "mai più complici" sul dilagare dei "femminicidi" in Italia, lanciata dal Comitato promotore nazionale Senonoraquando, Loredana Lipperini, Lorella Zanardo-Il Corpo delle Donne.
"Cinquantaquattro. L’Italia rincorre primati: sono cinquantaquattro, dall’inizio di questo 2012, le donne morte per mano di uomo. L’ultima vittima si chiama Vanessa, 20 anni, siciliana, strangolata e ritrovata sotto il ponte di una strada statale. Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla...”
Firma anche tu.
Marzia Frateschi
SEGUI IL LINK per aderire e firmare la petizionehttp://www.petizionepubblica.it/?pi=P2012N24060