Se passate da via Tadino...

Tre mostre in tre spazi espositivi esemplari per il loro impegno nella promozione dell’arte contemporanea: Fondazione Marconi, Galleria Giò Marconi e Fondazione Mudima. ()
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Via Tadino è un’arteria cittadina che parte dai Bastioni di Porta Venezia e si estingue all’incrocio con via Petrella, dopo un buon chilometro di sana e amena passeggiata culturale incontrando centri culturali (a quando l’inaugurazione del MEET Digital Culture Center già Spazio Oberdan?), un cinema, librerie di natura varia (antiquarie, generaliste, dell’usato, per ragazzi…) e ben tre spazi espositivi di assoluto rilievo non solo cittadino.

In questo indeciso autunno, si consiglia una visita a questi luoghi il cui ingresso è assolutamente gratuito.
Il nostro piccolo viaggio parte dalla Fondazione Marconi (via Tadino 15) per visitare la mostra in corso “Giuseppe Uncini. La conquista dell’ombra”. Un poderoso nucleo di opere, realizzate dal 1968 al 1977, che restituiscono una parte essenziale del lavoro dell’artista marchigiano, con una particolare indagine sul concetto di “costruzione dell’ombra”. Di assoluto rilievo la composizione “Grande parete Studio Marconi MT 6”. In mostra sino al 21 dicembre prossimo.
Per saperne di più: www.fondazionemarconi.org

Pochi metri più in là, in direzione periferia, apre la Galleria Giò Marconi decisamente specializzata nelle produzioni di arte contemporanea (Via Tadino 20).
In mostra sino al 14 novembre “Light Scribble on Neck Muscle”, installazione dell’artista tedesco John Bock, realizzata in collaborazione con Heiner Franzen.

Nel salone centrale della galleria l’opera “combina l’azione dal vivo e oggetti autoprodotti, con proposito di creare uno spazio…”. La sospensione è un invito esplicito a scoprirne i contenuti, i messaggi, le elucubrazioni degli artisti.
Per saperne di più: www.giomarconi.com

A conclusione di questo piccolo viaggio tra le suggestioni dell’arte contemporanea si colloca la mostra che la Fondazione Mudima (via Tadino 26) dedica a “Eric Andersen. It could be nice”, percorso espositivo che ripercorre i lavori del recente passato dell’artista danese, con particolare riferimento al suo impegno nel gruppo Fluxus.
In mostra, sino al 15 novembre, video, installazione, performance, silk-screens e floor-drawings per scoprire un artista che ha sempre contaminato mezzi espressivi decisamente diversi tra loro (www.mudima.net).

Infine, per chi non se lo ricordasse, Alessandro Tadino era un medico attivo durante la peste milanese del 1630 e l’attuale via era parte dello storico Lazzaretto.
Storia e arte, oggi come sempre, servono per conoscere il passato e determinare il futuro.

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