La stagione 2019-2020 del Teatro Menotti

Una stagione teatrale di vitale importanza per la sala di via Menotti: teatro per tutti per salvare un teatro di tutti. ()
Uccelli di Aristofane3 photo Giancalo Ferraro

Mentre continuano le faticose procedure per acquistare lo spazio teatrale, anche attraverso una nuova raccolta fondi denominata “Cantiere Menotti”, il direttore artistico Emilio Russo ha presentato la stagione 2019-2020 persino con una punta di comprensibile commozione, per via della strategica importanza del momento.

Stagione molto composita, come il Teatro Menotti ci ha abituato da tempo, tra produzioni, ospitalità ed eventi internazionali che caratterizzano un cartellone eterogeneo che lascia spazio, oltre che alla prosa, alla musica, alla danza e al teatro per l’infanzia.

Si parte ai primissimi di ottobre con “66/67” dove Alessio Boni e Omar Pedrini miscelano parole e musica da par loro.

E poi, con ritmo incalzante, “Notturno di donna con ospiti” con Arturo Cirillo e la regia di Mario Scandale, un “Don Chisciotte” affidato all’estro (tragi)comico di Alessandro Benvenuti e Stefano Fresi, un omaggio alla premiata ditta Fo/Rame con “Coppia aperta quasi spalancata” con Chiara Francini.

Tra le produzioni, si segnala, dal 17 al 27 ottobre, il debutto milanese di “Medea” interpretata da Romina Mondello con la regia di Emilio Russo.

In dicembre sono in scena una rilettura di un classico del trash “Trainspotting” per la regia di Sandro Mabellini e la ripresa di “Trattoria Menotti (Metti un teatro a cena)”, un divertente e divertito recupero del clima dello storico cabaret milanese con tanto di cena servita in sala.

I mesi di gennaio e febbraio sono ricchi di ospitalità, tra cui “Il mio nome è Caino” di Claudio Fava con Ninni Bruschetta e una sorta di maratona (“Focus Baliani”) dedicata a uno dei padri nobili del teatro italiano contemporaneo.

Tra le proposte di carattere internazionale, da non perdere “Hotel Paradiso” della straordinaria Familie Flöz, “Lebensraum”, scritto e diretto da Jakop Ahlbom, e “Chicos Mambo-Tutu” con la coreografia e la regia di Phlippe Lafeuille.

Dal 26 febbraio all’8 marzo ritorna “Uccelli” di Aristofane opera per la quale il regista Emilio Russo ha vinto recentemente il Premio Franco Enriquez in quel dell’incantevole Sirolo.

In chiusura di stagione una prima milanese per “Le opere complete di William Shakespeare in 90 minuti”, un’impresa da far tremare i polsi, di e con Roberto Andrioli, Fabrizio Checcacci e Lorenzo Degl’Innocenti, e “Mater dulcissima” per la regia di Alessandro Averone, spettacolo liberamente ispirato alla vita e alle tragiche imprese di Leonarda Cianciulli, la “saponificatrice di Correggio”.

Si chiude veramente, dal 4 al 21 giugno, con un omaggio a Giorgio Gaber e al suo “Far finta di essere sani”, con la regia di Emilio Russo che anche in questa stagione ha voluto dedicare, dopo De André e Guccini, un corposo contributo a uno dei nostri più grandi cantautori.

Nel palinsesto complessivo non mancano un festival di narrazioni e contaminazioni (Talkin’ Menotti), un premio teatrale (Scintille 2020), rivolto alle giovani compagnie under 35, una ricca stagione di teatro per l’infanzia e le famiglie e un festival di teatro off americano (On Stage! Festival).

I numeri? 170 alzate di sipario, 16 titoli tra produzioni e spettacoli ospiti, 2 prime nazionali e 3 spettacoli internazionali.

Per saperne di più sulla programmazione, le proposte di abbonamento e, non ultimo, sull’andamento del “Cantiere Menotti” non vi resta che consultare il sito www.teatromenotti.org

E infine, non è disdicevole ricordare che nel 2019 la compagnia che gestisce il teatro ha compiuto 50 anni di attività…e sono quindi attesi alla prova per i prossimi cinquant’anni (almeno).



(A cura della Redazione)


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