Genitori quasi perfetti

Una lettura sconsolata e caustica del mestiere più difficile del mondo: il genitore. ()
genitori quasi perfetti immagine
Milano ai nostri giorni. La visione del nuovo skyline della città è accompagnata dalle parole di una vecchia ironica canzone del grande Walter Valdi (La Busa Noeuva). Poi ci si immerge nel traffico mattutino quando mamme e papà accompagnano i loro pargoli a scuola, con relativo promettente preambolo di riunione di genitori in cui iniziano ad affiorare le tematiche che verranno poi successivamente affrontate.
La mamma (Anna Foglietta) di Filippo, otto anni portati bene, ha la brillante idea di organizzare in casa una festicciola, con tanto di animatrice, per il compleanno del figliolo.
Mentre gli invitati arrivano alla spicciolata con convenevoli da manuale, la festa prende forma in una sorta di kammerspiel (recitazione da camera), come si diceva una volta, virato sui toni della commedia ancorché amara.
Mentre i bambini fanno la loro annoiata parte in attesa che arrivi l’animatrice, i genitori, intorno al tavolo della cucina, si confrontano sui grandi temi della vita, ognuno esprimendo in banalità alcuni stereotipi esistenziali a cui quasi nessuno può sfuggire.
Si intrecciamo così discussioni imbarazzanti sull’educazione dei figli, sulla sessualità, sull’alimentazione e chi più ne ha, più ne metta.
In un crescendo di ansie e di irresolutezze, il rito si compie in un gran finale pirotecnico in cui, nel loro piccolo, quasi tutti i mali del mondo (intolleranza, perbenismo, indifferenza, ignoranza, grettezza, inadeguatezza…) vengono a galla.
La morale è affidata alle parole della giovane animatrice che ha poeticamente intrattenuto i bambini e che si è scoperta incinta e abbandonata dal compagno: malgrado tutto, lei sarà un genitore migliore dell’imbarazzante campionario che il film ci ha mostrato.
Commedia dai toni amari, come si diceva, “Genitori quasi perfetti” è l’opera seconda di Laura Chiossone, preceduta dal malinconico “Tra cinque minuti in scena” del 2013.
Il film, forse con qualche verbosità di troppo, propone con rigoroso garbo un attendibile scenario di insicurezze ansiose e piccole miserie ben restituito da attori di prevalente frequentazione teatrale.
Lucia Mascino, Paolo Calabresi (scuola Piccolo Teatro), Paolo Mazzarelli, Elena Radonicich, Marina Rocco e la stessa Anna Foglietta si prestano con sensibilità a configurare uno spaccato generazionale che, per quando limitato, rende bene lo spirito smarrito di questi nostri confusi tempi.
Autori di soggetto e sceneggiatura sono Gabriele Scotti e Renata Ciavarino anch’essi di forte militanza teatrale come l’aiuto regista Edoardo Re.
Qualche analogia con film come “Carnage”, “Perfetti sconosciuti” e “Cena tra amici”, giusto per indicare l’area (nobile) di appartenenza.
Girato quasi completamente in interni, gli esterni sono dedicati alle nuove e vecchie architetture di Porta Nuova. Si chiude con il liberatorio tormentone di “Kobra”, vecchia canzone di Donatella Rettore, ballata e interpretata per strada.
In attesa di vedere i film di Venezia, un buon viatico alle espressioni meno banali del povero cinema italiano.


In programmazione nei migliori cinema della città.

Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha